PALERMO – “In Sicilia il Pd spaccato è un problema serio e soprattutto chi lo guida dovrebbe farsi qualche domanda. Se il partito è così spaccato e soprattutto perde regolarmente quasi tutte le elezioni, soprattutto un partito che ha preso il 14% alle elezioni europee solo un anno fa, mentre nella vicina Sardegna si prendeva molti punti percentuali in più. Io non mi permetto di dire cosa si debba fare”.
Lo ha detto Stefano Bonaccini, parlamentare europeo del Pd intervenendo ad un convegno organizzato dalla Lega coop Sicilia alla Camera di commercio di Palermo. “Il Pd da solo non ce la fa – ha aggiunto -. Ma senza il Pd non c’è un centrosinistra che può battere gli avversari. Allora avremmo bisogno di trovare ragioni che dicano agli altri di stare uniti. E se non sei unito tu fai fatica a farlo. Mi pare che l’accusa che sto ricevendo da qualcuno è che forse sono troppo unitario, no? Quindi io l’unità la pratico davvero”.
Bonaccini sui dazi
“I dazi stanno avendo già un effetto sull’economia italiana. Non sono io a dirlo, né un comunista rivoluzionario, il presidente nazionale di Confindustria Orsini. Da settimane indica inoltre 20 miliardi di euro il danno il prossimo anno dei dati americani per l’Italia e 100.000 posti di lavoro a rischio. Io per altro vengo dalla terra che da sola vale 9 miliardi di euro all’anno, dei 39 miliardi di euro di surplus commerciale e ho visto i dati di agosto settembre, c’è già un calo consistente dell’export emiliano romagnolo verso gli Stati Uniti. Sarà così per tutta l’Italia”.
“Un danno per i produttori italiani”
Ha proseguito Stefano Bonaccini. “Il dazio sul parmigiano reggiano e grana è al 15 per cento – ha aggiunto – anche se c’è un dazio mascherato di cui non parla quasi nessuno. Che è un danno e un costo per i produttori italiani che esportano, che si chiama cambio dollaro-euro, che essendo oggi a favore della nostra moneta, per chi esporta, è un’ulteriore costo ai dazi aggiuntivo. Tant’è che il dazio non è il 15, ma quello reale è oltre il 20%.
Ad esempio per i vini. Ho visto che il ministro Lollobrigida ha detto che non ci saranno danni per i vini italiani. L’Unione italiana vini, nelle stesse ore ha detto che il danno sarà di 350 milioni di euro e se la politica monetaria di Trump avrà ulteriori effetti, con il dollaro che rimane sotto l’euro sarà di oltre 400 milioni di euro. D’altra parte – ha sottolineato Bonaccini – il dazio medio del vino è attorno al 3%. E il produttore che esporta deve decidere se si carica sulla sua azienda quel costo, oppure lo scarica sul consumatore finale, ma è un bel problema”.
Ed ancora: “La manovra del governo fa sostanzialmente ridere, anzi purtroppo farà piangere. Noi abbiamo chiesto come Partito democratico socialisti, di prorogare di 18 mesi il Pnrr non per tutti i progetti. Ma per quelli ‘maturi’ che sono partiti e che rischiano, soprattutto nelle realtà medio piccole, non per mancanza di volontà. Semmai per carenza personale tecnico amministrativo, di non riuscire a terminare in tempo. Vedrete che l’asse Von der Leyen-Meloni dirà di no”.

