29 Settembre 2010, 19:47
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Elio Bonfanti, consigliere comunale di lungo corso a Palermo, ha lasciato il gruppo consiliare de L’Italia dei valori andando a ingrossare le fila del gruppo misto che, così, conta 7 aderenti. Un passaggio, però, temporaneo perché il consigliere orlandiano si guarda intorno. Lo incontriamo, per caso, alla segreteria politica di Mimmo Russo, capogruppo dell’Mpa a palazzo delle Aquile e capopopolo degli ex Pip.
Consigliere che ci fa qua?
“Ero venuto a comprare il pesce, così sono passato a salutare un collega”.
Perché è andato via dall’Idv?
“Io riconosco il merito al gruppo di Italia dei Valori di avere fatto il proprio dovere in Consiglio, ma forse il partito in Sicilia potrebbe fare qualcosa di più”.
E allora uscire da Idv per andare dove?
“Vede, non esistono più gli ideali di partito di una volta, ma non so ancora rispondere. L’idea è quella di capire se c’è la possibilità di avvicinarsi a qualcuno che fa attività concrete per questa benedetta città. Un consigliere eletto dai cittadini ha sia il diritto che il dovere di portare avanti battaglie concrete per la propria comunità”.
Come Mimmo Russo?
“No, non c’entra, ero lì per comprare il pesce, gliel’ho detto. Di Mimmo Russo mi basta sapere che si oppone fermamente alla non-amministrazione Cammarata in Aula e che porta avanti battaglie serie, come quella dei pip, da molto tempo. Ma qui il tema non è Cammarata”.
Il tema, però, potrebbe essere Lombardo.
“Il tema potrebbe essere Lombardo, potrebbe essere l’Udc di Casini, potrebbe essere il Pd. Come già detto, sto valutando. Quel che è certo è che non sarò mai lo sgabello di questa amministrazione. E poi, vede, bisogna valutare un dato. Io in questo momento mi trovo nel gruppo misto, che oggi conta 7 consiglieri. E ancora dobbiamo vedere cosa succederà la settimana prossima. Insomma, il gruppo misto comincia ad avere un suo peso in consiglio”.
Per quale motivo secondo lei?
“Perché lo scontento è abbastanza forte ed è trasversale agli schieramenti politici. La maggior parte dei partiti non si batte abbastanza per il ritorno al voto di preferenza. Credo che il malessere che serpeggia in tutti i partiti possa essere attribuito anche a questo”.
Più che il divorzio da Idv, sorprende l’allontanamento da Orlando.
“La mia storia è talmente orlandiana da avere sempre ricevuto da lui posti di una certa importanza. Ma io non lo vedo da otto mesi. E, attenzione, io sono convinto del suo far bene da deputato, non sono in polemica con nessuno. Ma essere vicini a qualcuno non è sinonimo della totale abnegazione nei confronti di quel personaggio. Orlando è una persona che io stimo molto, ma ciò non toglie che si possano scegliere percorsi differenti. Credo che il tempo della Rete sia finito. E penso che sia necessario creare una nuova Rete, che guardi alle esigenze del territorio”.
Una Rete “autonomista”, insomma.
“Non solo una Rete autonomista, credo che tutti i partiti dovrebbero guardare di più ai territori. L’Udc di Casini come gli altri partiti. Questo non significa che Orlando non lo faccia, sono soltanto io, che in questo momento ho bisogno di nuovi spazi”.
Come valuta l’operato di Lombardo negli ultimi due anni?
“Guardando ai governi passati, forse avrebbero potuto fare qualcosa in più”.
E sul Lombardo quater, cosa dice?
“È ancora presto per dirlo. Lo criticheremo se sarà inadeguato, gli daremo il plauso se saprà fare bene”.
Elio Bonfanti, consigliere comunale di lungo corso a Palermo, ha lasciato il gruppo consiliare de L’Italia dei valori andando a ingrossare le fila del gruppo misto che, così, conta 7 aderenti. Un passaggio, però, temporaneo perché il consigliere orlandiano si guarda intorno. Lo incontriamo, per caso, alla segreteria politica di Mimmo Russo, capogruppo dell’Mpa a palazzo delle Aquile e capopopolo degli ex Pip.
Consigliere che ci fa qua?
“Ero venuto a comprare il pesce, così sono passato a salutare un collega”.
Perché è andato via dall’Idv?
“Io riconosco il merito al gruppo di Italia dei Valori di avere fatto il proprio dovere in Consiglio, ma forse il partito in Sicilia potrebbe fare qualcosa di più”.
E allora uscire da Idv per andare dove?
“Vede, non esistono più gli ideali di partito di una volta, ma non so ancora rispondere. L’idea è quella di capire se c’è la possibilità di avvicinarsi a qualcuno che fa attività concrete per questa benedetta città. Un consigliere eletto dai cittadini ha sia il diritto che il dovere di portare avanti battaglie concrete per la propria comunità”.
Come Mimmo Russo?
“No, non c’entra, ero lì per comprare il pesce, gliel’ho detto. Di Mimmo Russo mi basta sapere che si oppone fermamente alla non-amministrazione Cammarata in Aula e che porta avanti battaglie serie, come quella dei pip, da molto tempo. Ma qui il tema non è Cammarata”.
Il tema, però, potrebbe essere Lombardo.
“Il tema potrebbe essere Lombardo, potrebbe essere l’Udc di Casini, potrebbe essere il Pd. Come già detto, sto valutando. Quel che è certo è che non sarò mai lo sgabello di questa amministrazione. E poi, vede, bisogna valutare un dato. Io in questo momento mi trovo nel gruppo misto, che oggi conta 7 consiglieri. E ancora dobbiamo vedere cosa succederà la settimana prossima. Insomma, il gruppo misto comincia ad avere un suo peso in consiglio”.
Per quale motivo secondo lei?
“Perché lo scontento è abbastanza forte ed è trasversale agli schieramenti politici. La maggior parte dei partiti non si batte abbastanza per il ritorno al voto di preferenza. Credo che il malessere che serpeggia in tutti i partiti possa essere attribuito anche a questo”.
Più che il divorzio da Idv, sorprende l’allontanamento da Orlando.
“La mia storia è talmente orlandiana da avere sempre ricevuto da lui posti di una certa importanza. Ma io non lo vedo da otto mesi. E, attenzione, io sono convinto del suo far bene da deputato, non sono in polemica con nessuno. Ma essere vicini a qualcuno non è sinonimo della totale abnegazione nei confronti di quel personaggio. Orlando è una persona che io stimo molto, ma ciò non toglie che si possano scegliere percorsi differenti. Credo che il tempo della Rete sia finito. E penso che sia necessario creare una nuova Rete, che guardi alle esigenze del territorio”.
Una Rete “autonomista”, insomma.
“Non solo una Rete autonomista, credo che tutti i partiti dovrebbero guardare di più ai territori. L’Udc di Casini come gli altri partiti. Questo non significa che Orlando non lo faccia, sono soltanto io, che in questo momento ho bisogno di nuovi spazi”.
Come valuta l’operato di Lombardo negli ultimi due anni?
“Guardando ai governi passati, forse avrebbero potuto fare qualcosa in più”.
E sul Lombardo quater, cosa dice?
“È ancora presto per dirlo. Lo criticheremo se sarà inadeguato, gli daremo il plauso se saprà fare bene”.
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29 Settembre 2010, 19:47