17 Agosto 2018, 14:57
2 min di lettura
PALERMO – “La giustizia sempre arriverà”, recita il canto che introduce alla messa. Rita Borsellino se n’è andata prima che giustizia fosse fatta. Troppe ombre sulla morte del fratello Paolo. Lei ci ha messo tutto l’impegno possibile per stimolare chi la verità deve cercarla e per spiegare soprattutto ai giovani che si può vivere in una società senza l’oppressione mafiosa.
“Ha trasformato la rabbia in amore”, dice la nipote Chiara. Amore per la verità e la legalità, valori riempiti con la passione, mai concetti vuoti. Nel giorno della grande assenza, è la presenza di Rita Borsellino che domina la chiesa del Don Orione, a Palermo.
“Quando ho saputo della morte – dice l’arcivescovo Corrado Lorefice – ho provato un senso di solitudine. È vero, a Palermo siamo più soli. Poi ho pensato all’ultimo incontro che ho avuto con Rita, il 19 luglio, a una sua intervista in cui diceva che il modo migliore per ricordare Paolo era fare memoria non una volta all’anno ma ogni giorno”. Il magistrato ucciso dalla mafia, ricorda ancora l’arcivescovo, invitò ad impegnarsi per conquistare la “bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. Ecco, Rita ha fatto suo il messaggio di Paolo. Queste parole mi hanno fatto superare il senso di solitudine che provavo”. Dal “cuore libero di Rita, dai suoi occhi possiamo tutti imparare qualcosa”, ripete Lorefice con lo sguardo rivolto alla fotografia di Borsellino sulla sua bara.
La chiesa è gremita. Ci sono tantissimi giovani. Giulio Campo, guida degli scout, si rivolge a Rita Borsellino chiamandola “capo Giuseppe”, dal nome di Chief Joseph, capo indiano e grande sostenitore della pace: “Ci hai regalato una strada possibile, politica, sociale, culturale. Ti portiamo con noi, ma ti sei portato un pezzo di noi”.
Sono la mitezza dei suoi atteggiamenti, contraltare alla forza delle sue idee, la sua disponibilità e il suo impegno che devono colmare il vuoto dei giorni a venire. “Zio Paolo diceva che ognuno deve fare qualcosa per quello che può e che sa – l’ultimo a prendere la parola è Claudio, uno dei tre figli di Rita Borsellino -. Mamma lo ha fatto. Posso chiedere una sola cosa a tutti voi: uscite da qui, usciamo da qui, e ognuno faccia qualcosa per quello che può e che sa”. Un lungo applauso accompagna il feretro fuori dalla chiesa. È vero, Palermo è più sola senza Rita Borsellino. Mantenere vivo il suo impegno è impresa possibile, ma ardua.
Pubblicato il
17 Agosto 2018, 14:57