19 Luglio 2023, 18:30
2 min di lettura
ROMA – “Un vile attacco al cuore dello Stato di fronte al quale il nostro Paese seppe però trovare la forza per reagire con orgoglio, coraggio e dignità”. Lo ha detto in Aula al Senato il presidente Ignazio La Russa prendendo la parola per commemorare il 31/mo anniversario della strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e gli agenti di scorta.
“Sono tanti – ha aggiunto – i giovani che da quel 19 luglio, da quella rabbia e da quell’indignazione, si sono avvicinati all’impegno civico per sconfiggere la criminalità in tutti i campi”.
“Oggi ricorre il trentunesimo anniversario della morte di Paolo Borsellino, un grande eroe italiano – ha aggiunto La Russa -. Un uomo che ha dedicato la propria vita al bene della comunità nazionale affrontando a testa alta la criminalità organizzata, senza mai tirarsi indietro, senza mai cercare ribalte mediatiche. Sono trascorsi da pochi secondi il tempo e il minuto esatto, e in concomitanza con questo momento che vi prego di rivolgere un minuto di silenzio a Paolo Borsellino e a tutti i caduti di mafia”.
“Il suo insegnamento – ha aggiunto – è patrimonio comune e rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per tutti coloro che credono nei valori della giustizia e della legalità. Quel 19 luglio 1992, insieme a Paolo Borsellino persero la vita anche gli agenti della scorta, servitore dello stato: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi. Quest’ultima, purtroppo, fu anche la prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio. Personalmente, per i valori che hanno ispirato il mio impegno in politica e per il mio particolare attaccamento con la Sicilia, vivo quel 19 luglio come una profonda ferita che non si rimargina”.
“Le mafie sono un cancro e come tali sono da combattere con determinazione. Senza sconti, giorno dopo giorno. Le idee di Paolo Borsellino come quelle di tutti i caduti sotto i colpi della mafia, devono continuare a camminare con le gambe delle nuove generazioni. Un’eredità pesante – ha aggiunto il presidente – ma importantissima che voglio riassumere con le parole di Paolo Borsellino: ‘La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità’. Oggi, con le nostre coscienze, con il cuore, con tutte le nostre storie di vita e di politica pur diverse, sono certissimo che, idealmente, siamo tutti in via D’Amelio ad onorare Paolo Borsellino”.
Pubblicato il
19 Luglio 2023, 18:30