'Lucia va fatta fuori come il padre'| Scontro infinito sulla frase choc - Live Sicilia

‘Lucia va fatta fuori come il padre’| Scontro infinito sulla frase choc

Da sinistra Rosario Crocetta, Matteo Tutino, Francesco Lo Voi

I legali dei cronisti dell'Espresso chiedono nuove verifiche. I pm ribadiscono: parole inesistenti.

PALERMO – La frase dello scandalo non esiste. La Procura della Repubblica lo ribadisce: Matteo Tutino non disse che Lucia Borsellino andava “fatta fuori come il padre” al presidente della Regione Rosario Crocetta, rimasto colpevolmente in silenzio.

Il braccio di ferro fra accusa e difesa si rinnova davanti al giudice per l’udienza preliminare Giangaspare Camerini che dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno Piero Messina e Maurizio Zoppi per calunnia e pubblicazione di notizia falsa. Sono i giornalisti che firmarono l’articolo dell’Espresso con la frase choc. Prima, però, a metà ottobre, il gup dovrà sciogliere la riserva sulla richiesta di incidente probatorio avanzata dai difensori.

Gli avvocati Carlo Federico Grosso, Nino Caleca e Fabio Bognanni, che assistono Messina e Zoppi, hanno chiesto di ascoltare in aula tutte le intercettazioni fra l’ex primario della Chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia e il governatore siciliano. In precedenza, un altro giudice – la fase era ancora quella delle indagini preliminari – aveva disposto la perizia parziale, limitando il riascolto e la trascrizione ad una sola parte delle intercettazioni perché era ancora aperta l’indagine per truffa e peculato nei confronti di Tutino. Adesso, visto che nel frattempo quell’indagine è stata chiusa, venendo meno il segreto istruttorio, secondo le difese, bisognerebbe estendere le ricerche.

Due giorni fa il pubblico ministero Claudio Camilleri ha ribadito quanto detto dal capo dell’ufficio, il procuratore Francesco Lo Voi, nella rovente estate giudiziaria di due anni fa. È inutile cercarla la frase, perché non esiste in alcun fascicolo aperto dalla Procura palermitana.

“Va detto – sottolinea il pm Camilleri – che quand’anche, per mera ipotesi, risultasse accertato che l’espressione incriminata o altra similare sia stata pronunciata nel contesto di una conversazione cui era estraneo il presidente Crocetta resterebbe comunque immutata – prosegue la realizzazione della condotta materiale del reato, giacché l’articolo di stampa indica nel presidente Crocetta l’interlocutore della (inesistente) conversazione”.

Di “mera ipotesi” parla il pm che nel passaggio successivo della memoria trancia ogni ulteriore valutazione: “Occorre nondimeno evidenziare che gli esiti dell’incidente probatorio già svolto hanno esaurito ogni accertamento possibile” sulle intercettazioni fra Crocetta e Tutino, escludendo la sussistenza di una conversazione quale quella descritta” dai cronisti.


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