30 Giugno 2020, 18:55
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PALERMO – Braccati di giorno e di notte. Il blitz che ha colpito il mandamento mafioso di San Mauro Castelverde si basa sulle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di Cefalù.
Hanno fotografato le evoluzioni del mandamento dove le vicende di mafia si intrecciano con i rapporti familiari. Le figure di riferimento sono Francesco Bonomo e Mico Farinella. Il primo lo scorso ottobre è stato condannato a 11 anni e 9 mesi di carcere in primo grado. Il secondo è tornato in libertà l’anno scorso dopo 25 anni di detenzione.
Bonomo, detenuto a Vibo Valentia, ha potuto dialogare a distanza con Farinella, rinchiuso a Voghera, grazie ad uno scambio di pizzini fra i parenti. Un dialogo a distanza nonostante fossero detenuti in regime di alta sicurezza.
La moglie di Bonomo è Maura Farinella, sorella di Mico e zia di Giuseppe.
Durante i colloqui i boss facevano finta di dimenticare sul tavolo pacchetti di sigarette o di fazzolettini. Lo stesso Bonomo, così è emerso dalle intercettazioni, ammetteva: “… gliel’ho messo nel pizzino”, mimando il gesto di scrivere e arrotolare un pezzo di carta.
I carabinieri hanno monitorato decine di incontri, piazzando microspie nei posti più difficili. Si sono appostati in aperta campagna per fotografare i protagonisti. Un giorno Giuseppe Farinella ha scoperto una cimice nella sua Fiat 500 punto. A quel punto il timore di essere intercettati si è diffuso a macchia d’olio. E così sono iniziate le operazioni di bonifica.
Maura Farinella è stata intercettata mentre armeggiava dentro un Mitsubishi Pajero: “… smontale tutte… te la faccio vedere si vede subito… e c’è una cosa con la calamita…”. Secondo gli investigatori, stava parlando di microspie.
Agli atti dell’inchiesta c’è la frenetica attività di Giuseppe Scialabba che si dava un gran da fare, armato di rilevatore, per individuare le microspie piazzate nella sua macelleria a Finale di Pollina. Oppure se ne andava in giro per scovare le telecamere. Un’attività sfiancante, ma era impossibile sbarazzarsi di tutti i mezzi elettronici.
Sono strati documentati gli incontri del giovane Farinella con boss di altri mandamenti come Gioacchino Spinnato di Tusa e Filippo Bisconti di Belmonte Mezzagno. Quest’ultimo poi ha deciso di collaborare con la giustizia. Il fermo della scorsa notte, ordinato dal procuratore aggiunto Salvo De Luca e dai sostituti Bruno Brucoli e Gaspare Spedale, svela solo in parte le vicende mafiose di San Mauro Castelverde.
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30 Giugno 2020, 18:55