07 Gennaio 2018, 06:39
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CATANIA – E’ inutile girarci intorno: sarà l’editore Mario Ciancio a catalizzare l’attenzione di questo anno giudiziario targato 2018. A fine marzo si aprirà il processo a carico del direttore del primo quotidiano catanese accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. E nel frattempo continua anche il procedimento davanti al Tribunale Misure di Prevenzione riguardante il sequestro patrimoniale. Ma la “ciurma” dei cosiddetti colletti bianchi nella veste di imputati è abbastanza lunga.
Antonino Pulvirenti, che per anni è stato il simbolo della Catania imprenditoriale tanto da ricevere anche la chiave della città, è il protagonista di due processi: quello per bancarotta fraudolenta relativo al crack della compagnia aerea low cost Windjet e il secondo sul giro di scommesse e truffe per salvare i rossoazzurri dalla retrocessione emerso dall’inchiesta i Treni del Gol.
Un altro crack che farà alzare le temperature di questo anno giudiziario (che ufficialmente sarà inaugurato il prossimo 27 gennaio) è quello relativo ad Aligrup, colosso fondato dall’imprenditore puntese Sebastiano Scuto che lo vedrà nel banco degli imputati davanti al Gup insieme agli ex amministratori giudiziari che avevano preso le redini della società dopo i guai giudiziari scoppiati decenni fa, e che ancora in realtà non si sono risolti. Il processo penale che vede accostare il nome di Scuto al clan Laudani non si è ancora chiuso, ma dopo (l’ennesimo) rinvio della Suprema Corte di Cassazione è tornato davanti a una nuova sezione di Corte d’Appello. Vedremo come finirà questa storia (giudiziaria) infinita.
A rendere ancora più rovente questi mesi nelle aule del Palazzo di piazza Verga e di via Crispi saranno i processi riguardanti la gestione della “cosa pubblica”. O meglio dei soldi pubblici. L’inchiesta The Band sul saccheggio all’Istituto Musicale Vincenzo Bellini potrebbe portare a giudizio un’intera generazione di funzionari che per anni hanno amministrato i fondi del conservatorio dedicato al cigno catanese considerandolo “il loro bancomat personale”. Accanto ad Agata Carruba, il marito Fabio Marco e una serie di imprenditori compiacenti che avrebbero permesso di depredare per anni le casse del liceo musicale. Dovrà affrontare l’udienza preliminare anche Adolfo Messina, ex amministratore della Pubbliservizi spa (partecipata in house della Città metropolitana), imputato chiave del processo scaturito dall’inchiesta il Cerchio Magico su una serie di appalti pilotati.
Entrerà nel vivo nei prossimi mesi il processo contro l’ex assessore del comune di Catania Giuseppe Girlando accusato di tentata concussione. L’avvocato, che si è dichiarato sempre estraneo alle accuse mosse dalla Procura, è stato al centro di alcune registrazioni riguardanti la trattativa per un contenzioso milionario tra la Simei (poi fallita) e l’amministrazione comunale. Un processo che vedrà il Comune di Catania nel doppio ruolo di responsabile civile e parte civile.
Tornerà a varcare le porte del Palazzo di Giustizia di Catania anche l’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo che insieme al figlio Toti dovrà affrontare il processo d’appello relativo al presunto voto di scambio. Accuse da cui l’ex presidente della Regione e l’ex deputato sono stati assolti. La Procura però ha presentato ricorso in appello.
Voltiamo pagina. In questo anno giudiziario 2018 si dovranno rievocare storie drammatiche che hanno fatto e continuano a fare commuovere tutta Italia. Come il caso della piccola Nicole morta appena nata alla clinica Gibiino di Catania. Il dibattito processuale è intenso. I genitori della piccola dovranno rievocare ad ogni udienza quelle ore di orrore che hanno segnato la loro vita in maniera indelebile. Un altro caso che è stato seguito da tutta la nazione è quello della morte di Valentina Salamone, la giovane trovata impiccata in una villetta ad Adrano. Sono serviti anni, e una richiesta di archiviazione, per arrivare a un processo.
Infine torniamo a parlare di mafia. I padrini e i boss dei vari clan mafiosi di Catania sono tra i protagonisti di questo infuocato anno giudiziario. Si attendono due sentenze importanti: la prima che potrebbe arrivare a fine gennaio è quella del processo Kronos, stralcio abbreviato, che vede alla sbarra la nuova cupola del clan Santapaola-Ercolano. Tra questi il reggente Francesco Santapaola (da non confondere però con il figlio di Nitto). Restando all’interno della Cosa nostra catanese: la cosca Mazzei è al centro di diversi procedimenti penali: Ippocampo (il processo è in dirittura d’arrivo), Enigma (sulla cellula dei Carcagnusi a Lineri), Nuova Famiglia (sulla nuova cupola costituitasi durante la latitanza del capomafia Nuccio Mazzei) e Scarface (la faccia finanziaria del clan). Ma prima della primavera potrebbe arrivare il verdetto del maxi processo Viceré (rito abbreviato) che ha portato sul banco degli imputati i boss della famiglia Laudani (quella di sangue) e i vari alleati sparsi nei paesi dell’hinterland etneo. Per quanto riguarda il clan Cappello-Bonaccorsi: il processo che ha catalizzato l’attenzione è quello scaturito dall’inchiesta Penelope che non solo ha azzerato i vertici della cosca ma ha permesso di scoprire il volto del boss-imprenditore Giuseppe Guglielmino e le contaminazioni mafiose in diversi appalti relativi alla gestione dei rifiuti.
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07 Gennaio 2018, 06:39