Bossoli nel cimitero di Roccamena| “Sono resti di gente ammazzata”

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12 Ottobre 2016, 15:46

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PALERMO – Sei teschi, forse sette, sei scarpe di modello diverso e, soprattutto, dei bossoli di fucile. Un ritrovamento, quest’ultimo, che spinge gli investigatori a ritenere che in fondo alla caverna di Roccamena ci siano cadaveri di morti ammazzati.

Ci si troverebbe davvero di di fronte a un cimitero, non si sa ancora se di mafia, ma i misteri non sono stati ancora chiariti. Al momento le operazioni di recupero dei resti umani in contrada Casalotto sono terminati, ma potrebbero riprendere presto.

L’ipotesi è che sepolti sotto il fango possano esserci altri corpi. Molti di più dei sette finora recuperati. Per scoprirlo, però, bisogna pianificare una campagna di scavi. Prima di avviarla, però, bisognerà analizzare i reperti finora recuperati.

Innanzitutto, bisogna datare le ossa. La prima impressione, analizzando scarpe e resti di indumenti, è che risalgano alla fine degli anni Settanta. Non si tratterebbe, dunque, di una foiba risalente a una delle due guerre mondiali. Una datazione precisa potrebbe circoscrivere l’eventuale comparazione genetica con i parenti delle persone scomparse.

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Risposte sulla collocazione temporale dei decessi potranno arrivare anche dall’analisi dei bossoli. Sono quelli tipici dei fucili da caccia.

Le indagini dei carabinieri del gruppo di Monreale sono coordinate dai pubblici ministeri della procura di Palermo Sergio Demontis e Siro De Flammineis. Sul loro tavolo finiranno le valutazioni dell’antropologo e dell’archeologo convocati da Milano. Ma non si tratta di un lavoro né facile, né veloce. Finora a Roccamena hanno lavorato con secchi e carrucole i vigili del fuoco, ma è impossibile andare in profondità senza mettere a rischio la vita di scende già per decine di metri. Ecco perché, prima di avviare gli ulteriori scavi, bisognerà attendere gli esiti delle prime perizie.

 

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12 Ottobre 2016, 15:46

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