19 Ottobre 2012, 12:17
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BAGHERIA (PALERMO) – Picchiava, imbavagliava e chiudeva in uno sgabuzzino i padroni di casa. Poi passava al setaccio le cassaforti delle loro ville, insieme a tre complici – tuttora ricercati – che a volto coperto, agivano armati di pistola. A finire in manette è stato il “capo” di una banda di malviventi entrata in azione due volte a Bagheria, in provincia di Palermo: nel mirino erano finite due ville in contrada Santa Marina. Si tratta di Francesco Manzella, 27enne palermitano della zona di Falsomiele, incastrato dal dna. Gli investigatori della Scientifica sono infatti risaliti a lui grazie ai rilievi raccolti sul posto.
In particolare, all’interno di una villa rapinata da Manzella nel marzo del 2011 – con le identiche modalità adottate in un’altra abitazione un mese prima – la polizia aveva trovato la chiave di un’auto di grossa cilindrata, alcuni capelli e i frammenti di un guanto di lattice. Tracce che si sono rivelate fondamentali per risalire ai responsabili dei colpi: Manzella era già stato arrestato per altre rapine – era stato rinchiuso al Pagliarelli – e il dna è risultato compatibile col suo. Il 27enne, scarcerato lo scorso luglio, tornerà dietro le sbarre in seguito ad un ordine di custodia cautelare emesso dal gip Guglielmo Nicastro su richiesta del pm Gianluca De Leo. Le accuse sono quelle di rapina aggravata, sequestro di persona in concorso e detenzione illegale di arma da fuoco. Nel frattempo, è caccia ai due complici e al basista che aveva indicato le ville da svaligiare
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19 Ottobre 2012, 12:17