Bottiglia incendiaria al panificio |Racket, due persone in manette

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08 Aprile 2016, 11:39

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FIUMEFREDDO DI SICILIA. Duemila euro una tantum e duecento euro ogni mese. Questa la cifra chiesta per il pizzo al titolare di un panificio di Fiumefreddo di Sicilia. All’alba di oggi i carabinieri della locale stazione hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip Alessandro Ricciardolo su richiesta del sostituto procuratore di Catania Fabrizio Aliotta, nei confronti dei pregiudicati Orazio Leonardo Patanè, 48 anni, e Angelo Dovara, 51 anni. L’accusa è tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

I due nell’aprile dello scorso anno avrebbero collocato davanti all’esercizio commerciale una bottiglia contenente benzina, chiaro segnale di natura estorsiva. Quell’episodio, denunciato ai carabinieri di Fiumefreddo dal titolare del punto vendita, aveva dato il via ad un’attenta attività investigativa condotta anche grazie all’ausilio di attività tecniche. I due presunti estortori sarebbero anche stati notati in qualche occasione dai militari dell’Arma, nel corso delle indagini, all’interno del panificio mentre dialogavano con la vittima. Quest’ultima, impaurita dalle minacce subite, non avrebbe raccontato agli investigatori di aver ricevuto, dopo la bottiglia, richieste esplicite di denaro. Nonostante ciò i carabinieri, coordinati dalla Procura di Catania, sono riusciti a raccogliere importanti elementi di prova a carico dei due indagati.

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Un quadro indiziario grave che ha indotto il gip ad emettere i due provvedimenti di custodia cautelare in carcere, uniche misure ritenute adatte a contenere la capacità delinquenziale di Dovara, che ha alle spalle precedenti per associazione mafiosa e spaccio, e Patanè, con precedenti per rapina e detenzione di sostanze stupefacenti. “Soggetti estremamente spregiudicati e socialmente pericolosi – scrive il gip nell’ordinanza – che non hanno timore a porre in essere, in un territorio in cui è endemica la presenza di organizzazioni criminali di tipo mafioso, comportamenti tipici degli appartenenti ad una consorteria di tale genere”. I due indagati sono stati rinchiusi nel carcere di Piazza Lanza a Catania, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

 

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08 Aprile 2016, 11:39

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