26 Giugno 2013, 18:23
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CATANIA. Hanno passato cinque lunghe ore sotto il sole, come quando lavorano in campagna. Sono un centinaio di braccianti agricoli stagionali che oggi hanno presidiato la zona antistante all’Inps, in via Libertà, per accendere i riflettori sulla loro difficile condizione economica. I braccianti, infatti, non hanno percepito l’indennità di disoccupazione che spetta loro per il lavoro svolto nel 2012. Le aziende agricole, dove i braccianti hanno prestato servizio, sarebbero state considerate “irregolari”. Per questo, nelle tasche dei lavoratori, mancano all’appello i soldi dell’indennità di disoccupazione (una boccata d’ossigeno per i mesi in cui non prestano servizio) e i contributi previdenziali.
“L’ Inps non può fare di tutta l’erba un fascio: una cosa è l’azienda, un’altra il bracciante che vi lavora con rapporto subordinato” spiega Maurizio Grosso, segretario generale del Movimento Braccianti e Forestali. “ Per i braccianti agricoli – prosegue- l’indennità non rappresenta una vincita al lotto ma una quota del salario che va riconosciuto loro nel periodo del non lavoro”. Un altro tasto dolente riguarda il periodo in cui si sono svolti i controlli, cioè “a fine campagnata”. Un periodo questo, che non consente “verificare con precisione il numero di giornate lavorative, le condizioni degli operai e la regolarità delle aziende”.
La cronistoria della giornata di protesta si apre alle nove del mattino, le strade limitrofe sono chiuse al traffico quando i lavoratori iniziano a occupare lo spazio antistante all’Inps. In attesa di capire cosa accadrà, i braccianti raccontano ai cronisti le loro ragioni. Tante le storie che si intrecciano, tutte diverse, in fondo tutte legate da un unico comune denominatore: la difficoltà di tirare a campare. “Mi hanno tagliato la luce” dice un bracciante agricolo, “Non ho una lira per la benzina, figuriamoci per l’assicurazione” gli fa eco un collega. Ci sono anche dei bambini al sit-in, figli di una coppia di lavoratori agricoli, sono i volti che raccontano la disperazione di chi si sente scippato di un diritto. Passano un paio d’ore prima che la delegazione, costituita da sindacalisti e operai, venga ricevuta dai dirigenti dell’Inps. Sono ore lunghissime, gli animi sono esacerbati. “Noi da qui non ci muoviamo, dobbiamo dare da mangiare ai nostri figli”. Alcuni braccianti bloccano il traffico all’altezza di via Mascagni per un breve lasso di tempo, poi gli animi si placano.
Verso le undici e mezza, finalmente, la delegazione viene ricevuta. Gli operai rimasti giù, con il passare del tempo, sono visibilmente spazientiti e decidono di bloccare nuovamente il traffico all’incrocio con via Mascagni. Una scena che si ripete due volte, nel giro di un’ora. La tensione è palpabile, non mancano le discussioni accese con le forze dell’ordine e con i colleghi. “Così facciamo il loro gioco, calmiamoci”: alla fine gli animi si tranquillizzano. Quando all’una e trenta, la delegazione esce fuori, i braccianti si accalcano attorno ai sindacalisti. Le risposte ottenute sono positive, o, più realisticamente, sono meno negative rispetto alle aspettative.
Nel corso dell’incontro, sono emerse le criticità relative a quattro ditte per cui i lavoratori hanno prestato servizio. In un caso, l’intervento spetta all’Inps di Roma perché i problemi sono dovuti “alla tariffazione”, tempi tecnici alla mano: si dovranno aspettare due o tre mesi. Un’altra impresa, invece, ha dei problemi con “il carteggio” redatto dai ragionieri. All’appello dell’Inps di Catania, invece, mancano all’appello i verbali di due aziende, per cui i vertici dell’ente hanno fissato un nuovo incontro con i sindacalisti per il 5 Luglio. In quell’occasione, e dopo le verifiche dell’ente, si capirà qualcosa in più. I sindacalisti, inoltre, hanno richiesto l’apertura di un tavolo tecnico.
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26 Giugno 2013, 18:23