Cronaca

Braccianti agricoli sfruttati|Condanne per i sei imputati

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02 Ottobre 2020, 16:16

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AGRIGENTO – Braccianti agricoli costretti a lavorare nelle campagne dell’agrigentino con paghe e orari disumani. Il gup del Tribunale di Palermo Rosario Di Gioia ha disposto la condanna di tutti gli imputati coinvolti nell’inchiesta ‘Ponos’, un’operazione condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento lo scorso novembre che ha fatto luce sul diffuso fenomeno del caporalato.

Le pene più alte sono state inflitte a madre e figlia ritenute a capo dell’organizzazione: 7 anni e 10 mesi nei confronti di Vera Cicakova, 59 anni, mentre 7 anni e 4 mesi alla figlia, Veronika. Tre anni di carcere a Giovanni Gurrisi, 41 anni di Agrigento mentre Due anni e quattro mesi sono stati inflitti a Emiliano Lombardino, 46enne empedoclino. Tre anni anche per Neculai Stan, 62enne rumeno. Infine un anno e quattro mesi a Rosario Burgio, 42 anni di San Cataldo. Nell’inchiesta erano coinvolti anche Rosario Ninfosì, 52 anni di Palma di Montechiaro (che ha patteggiato la pena) e Vasile Mihu di 43 anni che ha scelto invece la via del processo con rito ordinario.

L’operazione, in un primo momento coordinata dalla Procura di Agrigento e in seconda battuta ereditata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, portò al fermo di otto persone. Le investigazioni, svolte con numerosissimi servizi di pedinamento e con un complesso sistema di intercettazione e di riprese video, hanno svelato l’esistenza di una complessa organizzazione che sfruttava senza scrupoli manodopera extracomunitaria per lavori agricoli di vario tipo su tutto il territorio agrigentino e anche oltre. L’accusa, rappresentata dai pm della Dda di Palermo Ilaria De Somma e Calogero Ferrara, chiedeva la condanna di tutti gli imputati con pene dai 12 ai 3 anni di reclusione.

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02 Ottobre 2020, 16:16

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