Breve storia del resto del mondo |La mostra di Ruffo a Catania

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04 Aprile 2016, 10:43

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CATANIA – Il mondo raccontato attraverso l’arte e gli occhi di Pietro Ruffo. E’ questo in sintesi il cuore della mostra “Breve storia del resto del mondo” a cura di Laura Barreca, presentata sabato a Catania nell’elegante e affollatissimo museo della fondazione Puglisi Cosentino a palazzo Valle. Una mostra il cui tema centrale è racchiuso nel concetto universale di libertà quale narrazione di una visione, o meglio ancora di un viaggio personale, che spazia nella storia dei continenti. Un percorso espositivo quello realizzato da Ruffo e curato da Barreca, rappresentato attraverso mappe intagliate, carte geografiche, installazioni e sculture di carta. “La mostra tratta del concetto di libertà partendo dal periodo del colonialismo, fino ad affrontare il nazionalismo del medio oriente e la richiesta di libertà dai despoti nei giorni della primavera araba”, ha commentato il giovane artista romano, 35 anni, mentre saluta e stringe la mano uno ad uno ai tanti visitatori e amici romani presenti ieri in occasione dell’evento culturale catanese.

L’autore è noto soprattutto per le mappe su cui schiere di libellule intagliate a mano e fermate con migliaia di spilli evocano l’idea della libertà. Ma tra le opere realizzate e visitabili nella mostra  – realizzata in collaborazione con la fondazione Terzo Pilastro – anche “Madri del Mar di Sicilia”, un’installazione creata da Ruffo appositamente per la fondazione Puglisi Cosentino. “E’ un’opera – dice – dedicata alla vostra terra e soprattutto al coraggio di quelle madri che dal nord Africa attraversano il Mediterraneo per approdare nelle coste siciliane nel tentativo di offrire un futuro migliore ai loro figli e anche a noi”.

E’ proprio la tesa condizione geopolitica internazionale ad aver influenzato la sensibilità del giovane architetto Ruffo, che ha riunito in un’antologia numerose ed eccezionali opere, anche per dimensioni, in cui è possibile cogliere le piaghe sociali scaturite dai conflitti religiosi, dal colonialismo, alla primavera araba, dalle rivolte per i diritti dei lavoratori in Sud Africa, al fondamentalismo islamico, appunto. Opere tutte realizzate attraverso una tecnica ed uno stile del tutto personale e frutto di un paziente lavoro manuale. Ma tra le tante realizzate e allestite nelle stanze di palazzo Valle anche il mega caccia monoposto biplano Spad SVII, un’installazione ambientale a cui Ruffo si sente particolarmente legato. “L’ho costruito in scala 1:1, – spiega l’artista – ed è esattamente identico a quello originale utilizzato durante la seconda guerra mondiale e rivestito interamente di fogliettini di carta, come contrasto fra l’oggetto bellico del biplano e la poesia e la leggerezza della carta”.

La mostra “Breve storia de resto del mondo” è – come ci tiene a ribadire – soprattutto un elogio alla libertà. Ruffo, inoltre, concepisce un percorso espositivo che guida il visitatore al riconoscimento di alcuni “padri-ispiratori” del pensiero liberale e costituzionale: tra loro il politologo inglese Isaiah Berlin, cui l’artista dedica nel 2010 la serie di grandi ritratti I sei traditori della libertà, in mostra a Catania. Un ardore, quello di Ruffo, per la libertà dimostrato non solo attraverso le influenze provenienti dalle questioni politiche delle nazioni, ma anche dalla poesia e dalla letteratura. Esempio eloquente è la ricostruzione ambientale Liberty House interamente dedicata al poeta libanese, Khalil Gibran. “Old freedom” – prosegue – è una poesia meravigliosa sulla libertà e scritta da Gibran nel 1923. Racconta come prima di chiedere la libertà da un despota o da un regime autoritario, sia importante cercare la libertà dentro noi stessi. Ebbene, credo questo spieghi perfettamente il concetto di libertà” – conclude Pietro Ruffo.

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“Breve storia de resto del mondo” è dunque il risultato della coscienza storico-politica, dell’analisi antropologica, di critica del pensiero filosofico e di psicologia contemporanea del giovane artista già pluripremiato. A raccontare altri particolari della mostra è la curatrice, la palermitana Laura Barreca: “La mostra di Ruffo credo possa funzionare come occasione per riflettere ampiamente sulla contemporaneità. Gli artisti danno sempre una prospettiva sul mondo. Lui ha costruito questo straordinario viaggio visivo sul concetto di libertà: gli atlanti e il ciclo di opere dedicati a la Arab Spring sono tutti lavori che rivelano appunto questo concetto. Ruffo lo ha fatto attraverso una dimensione olistica, proprio perché cerca d’integrare insieme discipline diverse fra loro: l’antropologia, la psicologia del colore, della forma; la pratica manuale; l’architettura; la storia del paesaggio. E’ la sua visione del mondo, insomma”.

L’esposizione come ampia traduzione artistica dei nostri tempi, dunque. “La mostra – prosegue Barreca – è tale e quale a un libro, in cui osservare diverse realtà da molti punti di vista. Questa esposizione ha un valore complessivo, in quanto tratta diversi temi sociali e delicati, come quella dei bambini sopravvissuti alla tragedia di Beslan. Le opere di questa esposizione vanno lette insieme attraverso una riflessione unica e all’interno di una grande retrospettiva”.

“Breve Storia del resto del mondo” è una mostra in cui la rappresentazione artistica dei processi geo politici delle nazioni e dei principi universali di tolleranza e democrazia tentano di racchiudere, non casualmente, anche una forte connotazione educativa e di riflessione. “Se Ruffo non fosse stato un artista – aggiunge la curatrice – credo che avrebbe fatto il ricercatore, data la sua straordinaria attitudine di mettere insieme tante cose. Lui guarda il mondo attraverso la sua personale lente d’ingrandimento, senza dare certezze, ma evidenziando al contrario i drammi e le contraddizioni. Credo che sia forse l’unica mostra in Italia in cui un artista, un autore dotato di una grande maturità artistica e personalità, sia stato capace di offrire una visione così globale del mondo. Ruffo non è un politico tenuto a dare soluzioni ai problemi, ma offre semplicemente la sua visione che restituisce poi agli altri. Per questo ritengo che le sue opere possiedano una rilevanza sociale ed educativa. Tutti i bambini dovrebbero visitarla” – conclude la curatrice Laura Barreca.

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04 Aprile 2016, 10:43

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