Bronte, Meli rifiuta l’assessorato |”Non erano questi i patti”

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21 Luglio 2015, 17:46

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BRONTE – Nulla di fatto per la Giunta Calanna che resta ferma al tris. Un poker che non riesce a entrare, con Enza Meli che ieri ha rinunciato alla sua nomina di assessore ai Servizi sociali. Deleghe e giuramenti erano arrivati venerdì 10, durante una cerimonia a cui la sindacalista non aveva preso parte in quanto fuori sede per impegni personali. A non figurare più nella quadra era stato il nome del consigliere Antonio Leanza, che con precedente lettera indirizzata al sindaco aveva assicurato che il proprio impegno politico sarebbe continuato dalle fila del Consiglio. “Ritengo inoltre – aveva continuato in un comunicato – che avere messo a disposizione la mia designazione in Giunta a favore di Enza Meli, segretario comunale del Partito Democratico e candidato al consiglio comunale più votato alle scorse elezioni, vuole essere soprattutto un gesto da parte mia di riconciliazione nella sinistra storica brontese al fine di superare completamente antiche divisioni e lacerazioni”.

“Non erano questi i patti”. È il motivo che Enza Meli ha posto alla base della sua rinuncia. Patti elettorali che, a sentire le sue parole, sin dall’inizio della competizione per le amministrative avrebbero previsto che “al segretario del Partito Democratico sarebbe stata data la carica di vicesindaco e che non si sarebbe dovuto dimettere dal Consiglio comunale per tutti i cinque anni”. La vicesindacatura è invece andata ad Angela Saitta, spingendo la Meli a un rifiuto frutto di promesse più volte mancate e di un ultimo inaspettato pressing.

Fortemente voluta dal PD locale, aveva in prima battuta annunciato la sua discesa in campo per concorrere alla fascia di primo cittadino per poi fare un passo indietro, e senza primarie, come lei stessa precisa, per lasciare spazio al nome di Graziano Calanna. Nervosismo e amarezza nelle sue parole pronunciate davanti a tutta l’assemblea consiliare e ai cittadini presenti. Più volte durante la campagna elettorale e anche a vittoria avvenuta, dichiara la Meli, le erano arrivate rassicurazioni che la sua candidatura a vicesindaco sarebbe stata ufficializzata. Promesse però puntualmente mancate. “Sono arrivata prima – ha detto dallo scranno del Consiglio – perché ho ricevuto 420 consensi dalla gente e la gente voleva intendere che l’altra carica importante dovevo averla io”.

Dopo aver rinunciato, dunque, alla carica di presidente del Consiglio, andata a Nino Galati, in vista della vicesindacatura, anche dopo, ha detto il consigliere, la delega non è arrivata e “in più – ha aggiunto – ho ricevuto pressing da parte del mio partito provinciale che mi dovevo dimettere immediatamente da consigliere comunale se volevo fare il vicesindaco”. Il tutto, precisa, per favorire l’entrata in Consiglio al primo dei non eletti, Antonio Currao. Di fronte a un secco no, “qualcuno mi ha detto ‘allora non farai nemmeno il vicesindaco’”

A giungere infine è stata la nomina come assessore, la cui accettazione sarebbe dovuta arrivare nel tardo pomeriggio di ieri, durante un Consiglio comunale che come secondo punto all’ordine del giorno riportava proprio la presentazione della Giunta. Nessuna sorpresa però tra i presenti quando il segretario del circolo del PD di Bronte ha rifiutato pubblicamente la carica. Del resto già pochi giorni dopo la cerimonia del 10 la Meli aveva lasciato presagire che il suo sì non sarebbe stato così scontato. Con nota scriveva infatti che “non avendo conoscenza diretta di tale incarico né tantomeno delle relative deleghe, si riserva di verificare, al proprio rientro, se le stesse siano congruenti al ruolo che per voti ed accordi elettorali era stato assegnato alla locale sezione del circolo Pd. Proprio nello spirito di tutelare i numerosi elettori che hanno sostenuto le linee programmatiche del circolo PD di Bronte, la sottoscritta condizionerà a tale verifica l’accettazione dell’incarico”.

“Io non amo le poltrone e avevo detto inizialmente che basta che lavoravamo, anche come consigliere comunale o come presidente o come vicesindaco, l’importante era che lavoravamo. Però essere presa in giro non glielo consento a nessuno, perché mi sento veramente violentata. Mi sento violentata nella mia dignità, perché non sono una pallina da ping pong”. Amaro l’intervento giunto dal banco del consigliere Meli che fino alla fine ha ribadito di non voler “assolutamente entrare in Giunta” per dimostrare in questo modo di non essere attaccata alla poltrona, “perché non accetto gli scarti” e per una questione di “inaffidabilità politica”.

Non è mancata la risposta del sindaco, anche lui presente in aula. Da ambo i lati si sono però evitati i toni accesi e l’innesco della polemica. “Posso solo dire – ha detto Calanna – che non ho mai fatto una questione di voti o di consensi. Dico che mi dispiace che la consigliera comunale Meli non entri in Giunta, il suo supporto e la sua esperienza sarebbero sicuramente stati di ausilio”. Partita ancora aperta dunque, con il primo consigliere, per numero di voti, che resta fuori dalle cariche più alte. Ad attendersi è ora non solo il nome che andrà a sostituire quello di Enza Meli nella squadra degli assessori ma anche l’evolversi di quella che può a pieno titolo definirsi la prima spaccatura della neonata amministrazione Calanna.

 

 

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21 Luglio 2015, 17:46

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