Bruciati sei mesi, ora le leggi | Per l'Ars non ci sono più alibi - Live Sicilia

Bruciati sei mesi, ora le leggi | Per l’Ars non ci sono più alibi

I grillini chiedono il taglio dei vitalizi mentre i deputati con una carica extra diventano 54 su 70

Ora il governo non ha più alibi, dicono praticamente all’unisono i capigruppo di Movimento 5 Stelle e Pd. Terminata come Dio volle la sessione di bilancio, l’Ars, che si è mangiata così sei mesi, è finalmente libera di pensare anche a qualcos’altro. Il parto è stato complicato, ha fatto emergere le lacerazioni interne al centrodestra, ha logorato i nervi nella coalizione, è costato dei sacrifici al governo che ha dovuto rinunciare a norme considerate dal presidente della Regione di primaria importanza come la chiusura dell’Esa, sgradita a Forza Italia. Alla fine, il collegato è diventato legge. Tra qualche “marchetta”, come l’ha definita il dem Cracolici, anche un principio di riforme. La più interessante certamente quella relativa agli istituti di mediocredito regionali, fortemente voluta dalla giunta.

E adesso? Adesso tocca fare le leggi. E il governo deve fare la sua parte, cercando di sbloccare uno stallo che fin qui ha imbrigliato Sala d’Ercole. I 5 Stelle chiedono di mettere mano ai vitalizi degli ex deputati. Costano tanto, rappresentano privilegi legati a un tempo perduto, e un loro ritocco avrebbe di certo un valore simbolico, oltre a liberare risorse – i grillini parlano di nove milioni – da destinare ad altro, possibilmente alla spesa produttiva. Di mezzo però ci sono i “diritti quesiti” che fin qui hanno reso ovunque velleitarie le battaglie anticasta su questo fronte.

In settimana, a proposito di casta, il Parlamento s’è mosso in altra direzione: è stato allargato l’ufficio di presidenza a un esponente di Fratelli d’Italia, che ha tre deputati, e a uno di Sicilia Futura, che ne ha la bellezza di due. Adesso, i deputati “semplici”, quelli senza una carica in più, sono rimasti in 16 su 70 nella camera grassa di Palazzo dei Normanni. Gli altri hanno tutti un compitino, ovviamente retribuito, in più: cinque assessori, un presidente della Regione, sette presidenti, quattordici vicepresidenti e sette segretari di commissione, nove capigruppo, undici deputati nel consiglio di presidenza. Tra tanti onori, è forse il caso che i deputati regionali si facciano carico anche degli oneri. Dell’onere di fare buone leggi, anzitutto. E se sull’anticasta grillina non si troveranno sintonie, la speranza è che sul tanto altro che c’è da riformare si riesca a mettere  mano trovando convergenze che assicurino all’Aula la possibilità di legiferare. I provvedimenti che attendono sono i più svariati, dai rifiuti alla formazione, c’è solo l’imbarazzo della scelta. I ddl presentati in questa legislatura sono centinaia, trattano i temi più svariati, dalla clownterapia al restauro dei campanili passando per classici come rifiuti, agricoltura, sostegno alle imprese. Chiusa l’eterna sessione di bilancio, è il momento per provarci. Senza più alibi.


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