30 Ottobre 2015, 14:59
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PALERMO – L’Empoli non può essere un avversario come gli altri per Gaston Brugman, fresco di esordio in Serie A con la maglia del Palermo e candidato a fare il bis proprio con la squadra che l’ha lanciato in Italia. Una storia lunga, quella del regista uruguaiano, che in Toscana ha mosso i primi passi nel calcio professionistico: “Sono arrivato ad Empoli a quindici anni da trequartista, per questo mi paragonavano a Recoba o Montella. Carboni mi ha arretrato nel ruolo di regista, dove poi mi ha fatto giocare anche Marino a Pescara. Ad Empoli ho lavorato tanto sulla tattica, diciamo che in Uruguay non era così. Questo ho imparato ad Empoli, in uno dei settori giovanili più importanti d’Italia, dove è venuta anche la mia famiglia. Poi ho fatto delle scelte legate al contratto, anche sul piano economico, e non ho voluto rinnovare”.
Se Empoli resta importante per la sua crescita calcistica, Palermo sarà da oggi la piazza che gli ha permesso di iniziare a giocare in Serie A. Un esordio atteso, ma che Brugman non si attendeva certo al San Paolo: “Non mi aspettavo di giocare fino a quando non mi ha chiamato il mister. Per me è stata una bella emozione, contro una delle più forti squadre italiane e in uno stadio del genere. Quando si entra in campo però ci si dimentica tutto, certe cose si pensano a freddo. Attendevo l’esordio in Serie A sin dai tempi del Pescara, anche se non è arrivato. Questo per me è stato un grande salto, sarebbe stato più bello con una vittoria. A livello individuale è stato importante per me e per la mia famiglia, che ha lasciato l’Uruguay per me. Sono felice, ma dispiaciuto per il risultato”.
Davanti a sé, d’altronde, Brugman ha un elemento di carisma come Maresca. Concorrenza dura, ma dalla quale sta cercando di trarre i giusti insegnamenti: “Lui ha fatto una gran carriera in quel ruolo. Penso di poter dare una mano al Palermo, lui ha detto tra dieci anni, ma io spero di farlo il prima possibile. A centrocampo c’è concorrenza, ma siamo amici tra di noi”. All’occorrenza, Brugman si propone anche per il ruolo di mezzala: “A Pescara ho finito la stagione lì e penso di aver dato una mano importante, essendo arrivati fino alla finale dei playoff. Quello del regista è un ruolo importante perché deve sempre avere palla, lì mi sento a mio agio. La fase difensiva invece non è mio forte, preferisco far girare la squadra. Avendo iniziato da trequartista, sono capace anche di dare l’ultimo passaggio per gli attaccanti, avvicinandomi all’area. Ciò non significa che Maresca e Jajalo non sappiano farlo”.
A Palermo, in definitiva, sta iniziando a trovare i giri giusti per inserirsi negli schemi di Iachini. Una fatica che, in tutta onestà, Brugman sperava di non fare: “Mi aspettavo di avere una possibilità di giocare prima, avendo fatto la preparazione qui. Però sono contento lo stesso, in questi mesi sono cresciuto tanto e ho imparato tanto da Maresca, che mi ha dato una grande mano”. La scelta di Palermo, d’altronde, era stata fatta proprio per questo, per crescere in una piazza ideale per i giovani: “Tutti i sudamericani passati da qui sono cresciuti tanto e hanno fatto il salto in una grande. Inoltre il Palermo è la squadra che mi ha voluto di più e che più ha creduto in me. Per questo la considero la squadra giusta”. Poteva essere la squadra giusta anche per Tonelli, suo ex compagno ed avversario lunedì prossimo con l’Empoli, obiettivo di mercato estivo dei rosa: Ho giocato con Saponara e Tonelli sin dalla Primavera, li conosco bene. Tonelli è un buon difensore, avrebbe potuto darci una mano, ma quelli che abbiamo stanno facendo bene”.
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30 Ottobre 2015, 14:59