08 Luglio 2015, 06:03
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PALERMO – “Attorno a Giuseppe Todaro si sta creando un brutto clima, per questo lanciamo un appello: non dimentichiamoci la sua storia, non dimentichiamo quello che sta facendo. Si può far danno, anche inconsapevolmente”. Alessandro Albanese, presidente di Confindustria, rompe il silenzio e interviene a nome della sua associazione nella querelle sui nuovi vertici della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino. Una guerra senza esclusione di colpi, intrecciatasi con la partita per la Camera di Commercio.
La nomina del nuovo cda ha scatenato più di una polemica, qualcuno ha anche messo in dubbio i requisiti dei consiglieri. Le associazioni del commercio e dell’artigianato hanno criticato apertamente la riconferma di Giuseppe Todaro, sottolineando che è un problema non di nomi ma di metodo. Confindustria come risponde?
“Notiamo una sorta di sentire comune, di nervosismo, quasi di indisposizione intorno alla figura di Giuseppe Todaro. E’ qualcosa che va al di là della posizione assunta da alcune associazioni, è un clima che però non ci piace e vogliamo dirlo con chiarezza. Giuseppe Todaro ha una storia personale nota: nel 2009 ha denunciato la mafia, mettendosi a disposizione delle forze dell’ordine. E’ un esempio anche dentro Confindustria: non ha mai compiuto gesti eclatanti, ha fatto solo il proprio dovere. Il dire che il problema non è la persona ma il metodo, non il nome ma il contenuto… si rischia di isolare una persona che già ha rischiato tanto. C’è chi lo fa inconsapevolmente, quasi in buona fede, ma c’è anche chi potrebbe farlo con piena cognizione di causa e questo ci preoccupa. Giuseppe Todaro è, anzitutto, una persona perbene e io nutro una grande preoccupazione per l’amico e per il dirigente di Confindustria. Non vorrei dover dire a Todaro di rinunciare, privilegiando la famiglia e l’azienda, perché il rischio è diventato troppo alto”.
Qualcuno dice che Todaro punti, o puntava, alla poltrona di amministratore delegato…
“Lui mi ha detto di no, e comunque il punto non è questo: anche da semplice consigliere si può fare un grande lavoro. Nessuno sa, per esempio, che in questi mesi Todaro ha portato a conoscenza del cda una serie di atti e di fatti, relativi alla gestione, che sono quantomeno dubbi e di cui, col cda, ha informato le forze dell’ordine. Non sappiamo se siano o meno rilevanti da un punto di vista giudiziario, ma intanto le denunce sono partite. Todaro sta solo alle regole della propria coscienza e se ha qualcosa da riferire lo fa solo alla forze di polizia. Diciamo a tutti di stare attenti: in questa vicenda non c’è trippa per gatti”.
A quali atti di gestione si riferisce?
“Non posso entrare nei dettagli, ma non si capisce perché gli appalti siano durati tanto tempo o se tutta la vicenda della privatizzazione sia figlia di una gestione complessiva che tendeva a dare un valore al ribasso. Lo ripeto: se qualcuno pensa che Todaro possa essere ricondotto perché ha scheletri nell’armadio, si sbaglia. Se li aveva, li ha tolti tutti regalandoli alla Polizia. Non c’è trippa per gatti. Io rivendico il fatto di aver scelto, da vicepresidente della Camera di Commercio, una persona in contrapposizione, sul tema del racket, a Helg. Lo abbiamo scelto per questo e in quella vicenda nessuno si schierò con lui, io fui il solo a difenderlo. Non ricordo che altre associazioni lo abbiano fatto. Todaro è una delle persone giuste per riportare l’azienda sui suoi binari. Il problema è che qualcuno non vede questo di buon occhio, magari lui entra in una stanza e si chiudono le carpette. La sua posizione va rafforzata, insieme a quella del cda: si deve continuare su questa strada riportando la Gesap ai criteri di mercato. Io sono il primo a essere convinto che si debba privatizzare, ma quando il valore sia il massimo possibile. E’ interesse di Confindustria e di tutti i cittadini”.
Pensa che a Todaro debba essere data una carica di rilievo nel cda?
“Non lo so, questo sarà oggetto di una valutazione nel cda. Voglio lanciare un appello anche alla politica: deve indicare persone brave, però poi deve stare lontana dall’amministrazione. E’ stata fatta una nomina secondo legge, il commissario della Camera con grande responsabilità non è andato in prima persona in cda ma ha indicato chi era stato già scelto dalla Camera di Commercio. Se tra due anni mi candido alla Presidenza del Consiglio, non penso di cominciare oggi a trasferirmi a Palazzo Chigi”.
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08 Luglio 2015, 06:03