24 Agosto 2011, 11:22
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Cinquantaquattro mila euro di bottino. In piena estate è stato un colpaccio. A svaligiare la cassaforte della Banca Sant’Angelo di piazza Don Bosco, a Palermo, sono stati in due. Due uomini dalla corporatura robusta. Di più un’impiegata non ha saputo e potuto dire. I malviventi indossavano caschi da motociclista. Impossibile guardarli in faccia.
La dinamica è la più classica per i colpi in banca. L’impiegata arriva in agenzia. Ha problemi di deambulazione e il padre, di tanto in tanto, l’accompagna al lavoro. Un bersaglio facile per i rapinatori. Le si avvicinano, spingono il genitore, prendono di peso la donna, che ha le chiavi per aprire, e insieme entrano nell’istituto di credito. Tutto solo con la forza, perché sulla base di una prima ricostruzione i due non erano armati. Nel frattempo arriva un’altra impiegata. Anche lei viene immobilizzata. I rapinatori aspettano l’apertura, temporizzata, della cassaforte. E fanno razzia delle banconote. Poi, la fuga.
Non riescono a fermarli neppure due imbianchini che hanno assistito alla scena dall’impalcatura del palazzo accanto su cui stanno lavorando. Gli agenti della sezione antirapina della squadra mobile, diretti da Silvia Como, sono già al lavoro. Stanno ascoltando le impiegate, ancora sotto choc, mentre gli uomini della scientifica sono a caccia di tracce. Uno spunto investigativo potrebbe arrivare dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso.
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24 Agosto 2011, 11:22