Bryan, Domenico e la Spartan Race: lo sport oltre la competizione - Live Sicilia

Bryan, Domenico e la Spartan Race: lo sport oltre la competizione

"Dopo aver tagliato il traguardo ci siamo emozionati tutti"

Determinazione, perseveranza, forza d’animo. Si potrebbe andare avanti per ore alla ricerca di un aggettivo che possa descrivere appieno Bryan Mora. Vive a Milano, ha 30 anni ed è nato in Ecuador. Affetto da una emiparesi destra a causa di una automobile che lo ha travolto quando era bambino. Per i meno esperti, a causa di questa paralisi sulla parte destra del corpo, a livello muscolare è per lo più immobilizzato; a livello articolare riesce a fare alcuni movimenti. Quanto basta per decidere di partecipare a una Spartan Race

Cosa è una Spartan Race? È una corsa ad ostacoli, in un percorso di 5 o 10 km. In base alla distanza da percorrere, cambia il numero di ostacoli da affrontare. Questi ostacoli possono essere di diverse tipologie: di superamento, di trasporto, di arrampicata. Nella fotogallery presente in alto, è possibile osservare di che tipo di ostacoli si tratta. Insomma, un percorso non semplice da affrontare, soprattutto per chi è affetto da una disabilità.

Nel weekend che si è appena concluso, sono state svolte alcune gare a Misano Adriatico. Nonostante il maltempo non abbia dato tregua a quelle zone dell’Emilia-Romagna, sono state comunque effettuate una Sprint Race da 5 km e una Super Race da 10 km nella categoria “Open”. Tra i partecipanti, era presente anche il trapanese Domenico Floria, della Sgx Palermo. Insieme alla sua squadra, hanno deciso di partecipare ad entrambe le gare, una di seguito all’altra. E probabilmente la competizione di domenica non la dimenticheranno facilmente.

LA STORIA DI DOMENICO E BRYAN

Dopo aver affrontato e superato la Super da 10 km, a metà percorso della Sprint Race, ci racconta Domenico, insieme al caro amico Claudio, anche lui in gara, “abbiamo notato un ragazzo in difficoltà durante l’attraversamento di un ostacolo. È così che abbiamo conosciuto Bryan. Ora per quanto mi riguarda una Spartan Race con una emiparesi destra la puoi pure fare, ma come minimo devi essere accompagnato. Bryan, incontrato a metà percorso, era solo. Mancava ancora buona parte della gara, con gli ostacoli più difficili. Quindi abbiamo deciso di aiutarlo noi, supportandolo per tutto il resto della competizione fino all’arrivo. Dopo aver tagliato il traguardo ci siamo emozionati tutti. Fare una Spartan Race in queste condizioni e tagliare il traguardo è stato fantastico”.

E dopo le parole di Domenico, contattiamo Bryan. La sua voce, inizialmente un po’ emozionata, dà spazio alla sua grande voglia di rivalsa non appena si parla della Spartan Race di domenica: “Ho conosciuto Domenico per caso ma anche per la passione nel condividere questo sport. Dopo l’incidente che mi ha causato l’emiparesi, ho sempre avuto questo spirito combattivo, non mi sono fatto mai fermare dalle difficoltà nel fare qualcosa. Ho sempre tentato di fare le cose senza pensarci troppo e così ho deciso di partecipare alla Spartan. Una mattina ho deciso di iscrivermi senza soffermarmi troppo sulla cosa. Mi sono preparato per due mesi senza pensare alla difficoltà di riuscire a farla. Se ti fai condizionare dalla paura poi ti blocchi e non fai nulla”.

“Nonostante alcuni infortuni che ho avuto in passato – prosegue Bryan -, non mi sono fatto fermare e ho deciso di partecipare. Ho incontrato Domenico nella parte cruciale della gara, è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Mi ero appena seduto, anche perché iniziavo ad avere alcuni crampi. Lui però mi ha dato energia e forza morale per poter continuare, così mi sono unito alla sua squadra e ho tagliato il traguardo insieme a loro. Ero partito da solo perché alla fine quando i sogni e le sfide sono i tuoi, forse è meglio portarli a termine da soli. Solo tu poi riesci a capire quanto sudore ci sia nel raggiungere certi obiettivi. Anche se alla fine un gruppo l’ho trovato. Dopo aver corso alcuni chilometri c’erano ancora un po’ di ostacoli ma grazie a Domenico e al suo gruppo sono riuscito a concludere la gara insieme a loro. Era la mia prima Spartan Race! Il mio risultato era proprio quello di portare a termine la gara e l’ho fatto finendola con un risultato in più che non pensavo di poter ottenere. Alla fine eravamo tutti molto emozionati per la riuscita della gara e per come la abbiamo conclusa”.

Motivazioni che probabilmente vanno oltre i valori strettamente legati allo sport. Lo sport che unisce, che condivide, che va oltre la competizione e che permette a chi è in difficoltà di abbattere i propri limiti. E portare a termine i risultati, qualsiasi essi siano. Domenico, Claudio, Bryan e la Sgx Palermo lo hanno fatto, insieme, domenica, a Misano Adriatica. E hanno vinto tutti.


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