18 Ottobre 2008, 13:52
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Ci sono due modi per perdere la stessa guerra. Puoi essere sconfitto sul campo e conservare almeno l’onore delle armi. Puoi perderla sul serio, cioè smarrirla. Non trovare più né la misura giusta del corpo a corpo, né gli avversari, né uno spicchio di gloria. Per un eroe doc, è la disfatta più amara che c’è.
Il sillogismo è semplice. Dato che il centravanti è l’eroe assoluto del calcio e visto che Igor Budan di professione fa il centravanti, allora il croato del Palermo è un eroe. La sua disperazione agonistica non risiede nel titolo, ma nell’impossibilità di esercitarlo. Da troppo tempo Igor se ne sta ai margini, seduto sulla riva dei suoi garretti malconci e malinconici. La battaglia infuria, in un tripudio di cross, alabarde spaziali e armature che cozzano. Ma Igor non c’è. Lo trovate al bar, dove ha momentaneamente appeso le scarpe a qualche tipo di muro, a trangugiare tristezza e raccontare i sogni che non diventano mai realtà. Budan sta perdendo la guerra, non la combatte. Sconta l’immobilità di un generale riservista che si strugge in caserma, immaginando confini e trincee.
Non è certo colpa sua, però se solo non avesse quel fisico “Rio Mare” che si taglia con un grissino. Se solo le sue spalle e il suo talento non fossero costretti a scontare la continua maledizione degli infortuni. Niente da fare, nel Palermo che marcia a gonfie vele, Igor non c’è. La nave di Ballardini prende il largo. E l’eroe atteso rischia di essere ricordato soprattutto per i fazzoletti sventolati dalla banchina del porto a salutare la festosa partenza dei compagni.
La lotta di Igor contro il cattivo dio dei malanni è stata coraggiosa e fin qui sconfortante. Dopo alterne fortune, le due ultime stagione al Parma gli avevano consegnato il cordiale di una robusta fiducia. Cinquanta presenze, venti gol. Addirittura 35 partite nella penultima stagione. Poi, lo sbarco a Palermo col passaporto del centravanti solido, anche se non baciato dalla benedizione delle segnature a valanga, e tanta determinazione. E’ stato un infinito calvario sportivo, un’assenza interminabile.
Ma ecco la sopresa, lo spiraglio di luce che qualcuno vela con la mano, per non restare deluso una volta di più. Igor Budan potrebbe essere convocato per il derby del Massimino. “Rio Mare” contro il maledetto grissino. Lui ha commentato tra il depresso e il pugnace: “Sto bene, sono quasi pronto. Ho passato mesi un po’ sfortunati, voglio uscire dal tunnel”. Nello stesso momento, migliaia di aficionados rosanero hanno afferrato il primo talismano a portata di unghie. Acquadicielo – nick noto ai frequentatori di siti panormitani – ha scritto su Tifosi Rosanero: “Cerca però anche di scordarti la strada che porta all’infermeria!”. Per rammentare magari quell’altra. Quella che, per un sentiero ripido e scosceso, conduce dritta in bocca al sogno del gol. Sì, un gol, la buona medicina. Con il Catania – se le profezie sanitarie più sfrenate e ottimistiche si avvereranno – o un po’ più avanti, se l’esordio tra panchina e campo verrà ancora rimandato. Un gol per fare pace con la dolcissima guerra che ogni eroe desidera. Se Ballardini ci restituirà perfino il croato dagli occhi tristi, davvero comincerà a profumare di incenso. E sarà necessario trovargli un posto accanto a Santa Rosalia.
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18 Ottobre 2008, 13:52