13 Novembre 2013, 06:00
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CATANIA – Un vero e proprio terremoto si è abbattuto sul sistema sanitario catanese: Brunello Puglisi e Sergio Chisari, medici di grido del Garibaldi e del Vittorio Emanuele, sono accusati di truffa aggravata per aver incassato l’indennità di esclusività ospedaliera mentre svolgevano attività libero professionale all’interno di uno studio privato. Su questi presupposti il Gip ha disposto il sequestro per equivalente di 100mila euro e i due primari sono stati sospesi, per due mesi, dal servizio.
LE ACCUSE. A incastrare i due insospettabili sono state le indagini della Tributaria guidata dal colonnello Giancarlo Franzese, esperto di riciclaggio internazionale, che ha disposto controlli “a tappeto” sulle attività dei medici dirigenti ospedalieri. Controlli che presto potrebbero assicurare altre sorprese. I due dirigenti sono accusati di “truffa aggravata dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di un ente pubblico, di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità e di aver commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione”.
DOPPIO LAVORO. Ciascuno di loro è accusato di aver percepito l’indennità, pagata dai cittadini, per l’esclusività della prestazione con l’ospedale mentre svolgeva attività libero-professionale all’interno di uno studio privato. In questo modo avrebbero percepito 100mila euro non dovuti. Le aziende ospedaliere, dopo la notifica della misura cautelare del Gip etneo, hanno disposto la sospensione del rapporto di lavoro per due mesi.
I CURRICULA. Sergio Chisari, 49 anni, laureato con il massimo dei voti, lode compresa, all’Università di Catania, è Dirigente del Servizio di Terapia Anatalgica del Centro di Terapia del dolore – del Vittorio Emanuele – Ferrarotto – S.Bambino. Brunello Puglisi, 67 anni, nel 1971 si laurea all’Università di Catania. Dal 2003 è Primario di Chirurgia vascolare dell’Azienda ospedaliera Garibaldi di Catania.
LA REPLICA. I due medici, contattati da LivesiciliaCatania nelle rispettive utenze telefoniche, non hanno ritenuto di replicare. In qualunque momento potranno, se lo riterranno, comunicare le proprie ragioni.
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13 Novembre 2013, 06:00