13 Gennaio 2022, 09:50
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PALERMO – “Indignazione” è il sentimento nei partiti per lo sfogo di ieri sera del governatore Nello Musumeci, che in una diretta Facebook dopo avere minacciato a caldo le dimissioni per lo sgambetto di alcuni franchi tiratori che non lo hanno votato come grande elettore dando il loro consenso al candidato del M5s Nunzio Di Paola, ha annunciato l’azzeramento della giunta definendo quei parlamentari “disertori, “ricattatori”, “scappati di casa”, “vili”, pavidi”.
Come alcuni assessori, anche i partiti hanno appreso dal social network la scelta del governatore di azzerare l’esecutivo, avrebbero invece voluto prima un confronto per analizzare quanto accaduto in Assemblea regionale.
Intanto, Musumeci ha convocato per stamattina la giunta, probabilmente per formalizzare il ritiro delle deleghe. “Aspettiamo di capire cosa farà, magari la notte gli ha portato consigli, la sua reazione è stata impulsiva e ha usato toni inaccettabili nei confronti dei parlamentari: ci possiamo aspettare di tutto”, dice un big del centrodestra siciliano.
Fioccano, intanto, le reazioni nel mondo politico siciliano. “Sono sconcertato dalle parole del presidente Musumeci, durante e dopo i lavori d’aula – dice il deputato azzurro Michele Mancuso -. Chi parla è un deputato che è sempre stato leale, con il voto di oggi compreso, verso i siciliani e con la coalizione di maggioranza, Per tale motivo, nonostante il circoscritto momento di rabbia, non posso e non voglio accettare quanto affermato dal Presidente della Regione. Gli aggettivi come “pavido e vile” non sono consone all’istituzione che si rappresenta. Se i mesi che ci aspettano, da qui alla fine della Legislatura saranno quelli prospettati da Musumeci, forse è meglio che si dimetta per andare subito al voto. Lo dico con cognizione di causa – aggiunge -, perché non risolve nulla azzerando – in parte – la Giunta. L’unico modo per scongiurare l’inevitabile è un azzeramento degli atteggiamenti di sfida, di chiusura e di supponenza. Serve il dialogo, quello costruttivo, che porta risultati. Nessuno ha paura di nessuno. Sono mesi che auspico un maggiore coinvolgimento di tutti. Dunque perché da parte di Musumeci c’è questa continua esigenza di mostrare i muscoli? Meglio le elezioni anticipate che uno scorcio di legislatura che di fatto imbriglia i siciliani in un gioco al massacro”.
“Le parole del presidente Musumeci, successive all’elezione dei grandi elettori della Sicilia, sono oltremodo offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano – commenta Danilo Lo Giudice, deputato regionale di Sicilia Vera e presidente del gruppo Misto all’ARS -. Se vuole proprio essere concreto nel dare una mano alla Sicilia, il presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni. Dispiace che in un momento così delicato di pandemia e con i contagi alle stelle – aggiunge -, il presidente della Regione invece di offrire soluzioni ci costringa a discutere di tematiche che sono ben lontane dagli interessi della Sicilia e dei Siciliani. Poiché non faccio parte della maggioranza, non credo che il Presidente Musumeci annoverasse il sottoscritto tra coloro che potevano designarlo quale grande elettore per la Sicilia; tale scelta non è determinata né da “questione di igiene” come lo stesso Presidente perché il sottoscritto non ha mai chiesto nulla di quei sottoboschi governativi, dove di certo risiedono figure ben vicine allo stesso Presidente che oggi si scopre novello della politica”. “Musumeci – conclude Lo Giudice – abbia il coraggio di fare nomi e cognomi, di dire quali sono state queste richieste irricevibili e, se è il caso, si rivolga agli organi competenti”.
“Musumeci, ha trovato il coraggio di azzerare la giunta solo in occasione del voto per i delegati al Quirinale, colpito nell’orgoglio e nelle preferenze, e non per rimediare a tutto quello che sta accadendo in Sicilia, di fronte al caos in cui ha gettato i siciliani e di cui ha responsabilità politica – dichiara il capogruppo dei deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola -. Inoltre azzera la giunta e subito dopo annuncia di volerla ricomporre, ma facendo riferimento sempre agli stessi deputati di maggioranza che lui stesso oggi ha duramente attaccato. Un comportamento che equivale a cambiare tutto perché nulla cambi”. Di tutt’altro tenore la nota degli alleati di Attiva Sicilia. “La decisione del presidente Musumeci di azzerare la Giunta di governo – afferma Attiva Sicilia – la interpretiamo come un atto teso a fare il punto con la coalizione, un tentativo necessario per trovare gli equilibri più opportuni per chiudere al meglio questa legislatura. Da questo momento il Parlamento siciliano dovrà a sua volta ragionare nell’ottica di privilegiare gli interessi dei siciliani più che quelli dei partiti. Dovremo tutti ricordare che in presenza di una così profonda crisi socioeconomica l’unico obiettivo da perseguire è quello di rispettare il mandato elettorale, creando le condizioni affinché questo ultimo scorcio di legislatura sia qualificante e portando a termine quel necessario percorso di riforme indispensabili per la Sicilia. E con queste premesse, già da oggi, garantiamo l’impegno di Attiva Sicilia”. Sui social interviene anche il deputato del Pd, Antonello Cracolici. “Abbiamo assistito nel parlamento siciliano all’ennesimo teatrino tra Musumeci e i deputati della sua maggioranza. Non ha perso l’ennesima occasione di passare agli insulti definendoli disertori, scappati di casa , portatori di rischieste irricevibili, (spero che abbia segnalato alle autorità preposte la natura di queste richieste!!!) tipico linguaggio di chi considera la democrazia parlamentare un fastidio. Ancora una volta ha preso di mira il voto segreto, dimenticando che in qualunque consesso elettivo il voto sulle persone, proprio a tutela della libertà, si fa soltanto garantendo la segretezza.C’è un dato politico a cui Musumeci sfugge, premesso che gli “scappati di casa”, come lui li definisce,non sono stati 7 o 8 ma ben 14. Erano presenti 67 deputati durante la votazione, di cui 43 rappresentanti della maggioranza di centrodestra, I suoi voti sono stati 29. Il calcolo è presto fatto.vSe un terzo dei sui sostenitori lo hanno bocciato, è evidente che il vaso è colmo. Aldilà delle sue reazioni isteriche, in cui prima ha tentato di prendere la parola in aula per annunciare la sua intenzione di dimettersi, per poi optare per l’azzeramento della sua giunta come ritorsione al voto, non può sfuggire a nessuno che la crisi è irreversibile. Il quesito è però, può la crisi di un presidente trascinare nel pantano la Sicilia? Possiamo stare 11 mesi, nel pieno della pandemia e nella necessaria attività di far riprendere economicamente e socialmente questa nostra terra, con un Presidente logorato , che disprezza la sua maggioranza e chiuso nel bunker di Palazzo d’Orleans? La Sicilia non può permettersi tutto questo. Se Lui intende ricandidarsi, si dimetta e provi a farsi legittimare dal popolo siciliano. Ma da oggi appare ancora più evidente che l’agonia politica del Presidente porterà ad una lenta agonia la Sicilia, che già non sta messa proprio bene”.
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13 Gennaio 2022, 09:50