18 Aprile 2011, 19:05
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Il comune di Palermo fa marcia indietro e rinuncia a chiudere le delegazioni. Lo ha comunicato a Livesicilia, l’assessore ai Servizi demografici Roberto Clemente: “Chiederemo al settore Patrimonio la disponibilità di altri locali, per spostare le postazioni decentrate ed evitarne la chiusura anche solo temporanea”. Una scelta obbligata, dopo le vibranti proteste di consiglieri comunali e di quartiere di tutti i partiti che temevano di perdere un punto di contatto col territorio, utilissimo soprattutto in periodo elettorale. Il piano originario prevedeva la chiusura di dieci uffici di quartiere, su un totale di ventiquattro, e lo stop di altri sei per lavori di ristrutturazione e messa a norma indispensabili per il ricevimento del pubblico e la sistemazione degli impiegati.
Un’operazione che avrebbe permesso di risparmiare 170 mila euro, dal momento che molti dei locali non sono di proprietà del comune ma in affitto. Una vera manna dal cielo per le asfittiche casse di Palazzo delle Aquile, a cui l’assessore al Patrimonio Eugenio Randi sta tentando di ridare fiato riorganizzando gli uffici e rinunciando a locali i cui canoni di locazione risultano eccessivamente cari.
Ma il provvedimento, poco dopo essere stato annunciato, è divenuto bersaglio di feroci polemiche da parte dei consiglieri di circoscrizione di tutti i partiti, pronti a fare le barricate pur di non permettere la chiusura degli uffici che avrebbe comportato enormi disagi per i cittadini ma soprattutto enormi problemi sotto le urne. Ad abbassare la saracinesca sarebbero state le delegazioni dei quartieri Falsomiele, Settecannoli, Civico, Medaglie d’oro, Cuba-Calatafimi, Uditore, Zisa, Noce, Pallavicino e Malaspina, mentre Tommaso Natale era riuscita a salvarsi in extremis.
“In questi giorni c’è stata un’interlocuzione con alcuni consiglieri – ha confermato l’assessore Clemente – e ho già dato mandato agli uffici di ritirare l’atto di indirizzo. Ho visitato personalmente alcune delegazioni e mi sono reso conto di persona del fatto che alcune, come quelle di via Capinera, necessitano solo di una scala antincendio”. Proprio quella di via Capinera, a Falsomiele, è per giunta ospitata all’interno dei locali della scuola media statale “Pirandello”, praticamente a costo zero, come fatto notare dal consigliere di quartiere Giuseppe Fascella. E l’assessore sposa anche la proposta del collega di giunta Randi: “Chiederemo che i beni confiscati alla mafia vengano assegnati al Comune per allocare gli uffici e risparmiare, come faremo per la sede della terza circoscrizione”.
Ma se da un lato il Comune prova a risparmiare, dall’altro riesce ancora a sprecare qualche soldo. La prima circoscrizione, quella del centro storico, infatti, ha cambiato sede spostandosi da via Lincoln in un edificio all’interno del proprio territorio di pertinenza. “Purtroppo la decisione era stata già presa quando sono arrivato – si è difeso l’assessore Randi – sarebbe stato assurdo pagare un affitto a vuoto”.
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18 Aprile 2011, 19:05