19 Settembre 2015, 16:30
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PALERMO – “Per Santa Rosalia vedrete girare i primi tram”. Era stato questo l’annuncio del sindaco Leoluca Orlando. E la promessa è stata mantenuta, anche se i convogli bianchi che percorrono la linea 1, che da Roccella arriva alla Stazione centrale, sono vuoti. Non c’è nemmeno un passeggero e non potrebbe essere altrimenti: la legge prevede che prima si svolga il pre-esercizio, senza pubblico, e che soltanto dopo si possano far salire anche i viaggiatori.
Una promessa magari volutamente generica, con i palermitani che avevano veramente sperato di poter salire a bordo e obliterare il biglietto, ma che ha dovuto fare i conti anche con i ritardi della burocrazia. Prima la nomina del direttore di esercizio, simile a una Odissea, poi i ritardi ministeriali nella nomina della commissione che deve dare il via libera alle linee e confermare la preparazione dei macchinisti. “L’impegno – dice l’assessore Giusto Catania – è che entro l’anno il tram andrà in esercizio”. E non potrebbe essere altrimenti, visto che in caso di sforamento il Comune dovrebbe restituire centinaia di milioni di euro all’Unione Europea.
L’infrastruttura è quasi pronta. La linea 1 è già completa, la 2 è al 95% (si sta procedendo alla pavimentazione) e per la linea 3 mancano solo 600 metri di binari, con i cantieri che saranno chiusi entro un mese. I macchinisti già “addestrati” sono 36, ma alla fine il numero salirà a 55. Adesso la commissione ministeriale di agibilità dovrà giudicare le linee e abilitare i macchinisti (si attende a breve il decreto di nomina dei commissari ministeriali), così da poter avere il nulla osta e dare il via all’esercizio provvisorio. L’unica incognita, però, è l’affidamento della gestione del tram ad Amat: la giunta ha detto più volte di voler procedere con l’affidamento alla propria azienda, che eviterebbe il bando, ma serve l’approvazione del contratto di servizio in consiglio comunale. Il documento non è ancora approdato a Sala delle Lapidi e le voci critiche, tra le forze politiche, non mancano. Il problema è che più ritarda l’affidamento del servizio, più si allungano i tempi e più si rende incerta la condizione di via Roccazzo, che pure sta procedendo ad addestrare gli autisti.
Secondo il piano industriale dell’Amat, l’unico documento ufficiale e che quindi fa testo, il tram funzionerà dalle 5 del mattino alle 23. La frequenza sarà di 5 minuti sulla linea 1 e compresa fra 6 e 8 sulle linee 2 e 3, contro la media nazionale che si attesta sui 10 minuti (per frequenza si intende ogni quanto un convoglio passa da una fermata). “E’ un calcolo matematico anche abbastanza semplice – spiegano dall’Amat – in tutto ci sono 17 treni che, per legge, andranno a 20 chilometri orari in percorsi brevi. Le frequenze sono indicate per eccesso, potrebbero essere anche più brevi”. La buona notizia è che, grazie a 50 milioni di fondi europei, nel 2016 arriveranno un’altra decina di convogli che ridurranno ulteriormente le attese.
Le critiche comunque non mancano, anche se da via Roccazzo si ostenta sicurezza. “Il tram di Palermo sarà uno dei più avanzati in Italia – spiegano fonti interne all’azienda – non solo sono state rispettate tutte le misure per agevolare i disabili, ma addirittura abbiamo dotato tutte le fermate, cosa non prevista, di pensilina e di panchina. Inoltre una parte della zona sotto la pensilina non avrà la panchina per consentire di posizionare una carrozzina, e sarà proprio in quel punto che si apriranno le porte del convoglio. Abbiamo ridotto al minimo lo spazio fra la banchina e il tram per proteggere al massimo le ruote delle carrozzine. In altre parti d’Italia non tutte le fermate sono accessibili ai disabili”.
Ci sono poi i numeri dei passeggeri. Le stime parlano di 8 milioni l’anno inizialmente, che dovrebbero diventare 11, ma che, dicono da Amat, sono molto prudenziali: Firenze, con sette chilometri di linea, ha previsto 8 milioni che in tre mesi sono diventati 18. Palermo conta 18 chilometri di linea. Andiamo ai conti: il piano industriale prevede una perdita iniziale di 10 milioni, visto che dai biglietti ne arriverebbero 5,5 contro i 15 di spese. “Che il tram che possa andare in perdita per i primi anni è fisiologico, è comunque un progetto strategico per città per i prossimi 50 anni”, spiega Catania. Amat prevede comunque di raddoppiare le stime dei passeggeri, consentendo all’infrastruttura di autofinanziarsi.
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19 Settembre 2015, 16:30