Cronaca

Burocrazia “trappola”: danno milionario contestato a 5 dirigenti

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13 Novembre 2020, 15:28

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PALERMO – È una storia di lentezze burocratiche che rischia di costare carissimo a cinque dirigente regionali. Sono stati citati in giudizio dal procuratore regionale della Corte dei Conti Gianluca Albo.

Secondo l’accusa, devono risarcire un danno da un milione e 462 mila euro subito dalla Regione siciliana che nel 2016 ha dovuto sborsare la stessa cifra in favore dalla New Energy srl. Quest’ultima è la società romana che avrebbe voluto realizzare a Ragusa un impianto di energia alimentato da biomasse.

Il via libera è arrivato con incomprensibile ritardo, quando ormai la società aveva perduto il finanziamento europeo.

La storia della New Energy inizia nel 2006, quando viene presentata la richiesta di autorizzazione. Una conferenza di servizi nello stesso anno dà il via libera che però arriva solo tre anni e mezzo dopo, nel 2010. In mezzo ci sono solo pastoie burocratiche, richiese di pareri e contro pareri bollati come superflui, e rimpalli di responsabilità.

La New Energy si è rivolta alla giustizia amministrativa che gli ha dato ragione sia in primo grado, al Tar, che in appello davanti al Cga. Il “protrarsi del procedimento amministrativo” è stato “ingiustificato e illegittimo”.

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Alla società è stato riconosciuto il diritto a ricevere 1.462 mila euro a titolo di risarcimento “per lucro cessante” e cioè per i soldi che non ha potuto guadagnare. Ma è stato sancito anche il diritto della New Energy a ottenere una somma equivalente al finanziamento europeo da 13 milioni di euro che è andato perduto. Qualora la società volesse proseguire con i lavori la Regione dovrebbe sborsare i soldi e ciò farebbe scattare una nuova ipotesi di danno erariale che, però, non è attuale non essendo stati ancora sborsati i soldi.

Restando al presente la procura contabile ha citato in giudicio Francesca Marcenò, dirigente del dipartimento Industria; Vincenzo Sansone, dirigente del servizio Via Vas del dipartimento Territorio e ambiente; Salvatore Anzà e Gioacchino Genchi, dirigenti del dipartimento Territorio e ambiente; Pietro Tolomeo, dirigente generale del dipartimento. A ciascuno viene chiesto di pagare 292 mila euro.

Le tesi difensive depositare quando hanno ricevuto l’invito a dedurre, con le quali hanno definito legittimo il loro operato oppure individuato altre responsabilità a loro non attribuibili, finora non hanno convinto pm contabili. I cinque dirigenti avranno modo di spiegare le loro ragioni nel corso del processo davanti al presidente Maneggio e discolparsi dalla trappola burocratica in cui è finita la società che voleva realizzare un impianto di energia alimentato con biomasse.

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13 Novembre 2020, 15:28

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