20 Novembre 2012, 14:14
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Quella di Pietrangelo Buttafuoco, pubblicata sulle colonne di ‘Panorama’, è una lettera all’amico e neo-assessore Franco Battiato dal sapore amaro, intrisa del commiato di chi, venendo “dal morto” e sa “che non è vivo” ha perso il coraggio di lottare per la sua terra. Un articolo epistolare che ha tirato in ballo un altro nome di primo piano del mondo dello spettacolo siciliano, con tanto di immancabile strascico polemico.
“Caro Franco, giusto in tema di cose siciliane, ti faccio tanti auguri. Sono ammirato dal tuo coraggio” ma “attento, Franco mio, attento” perché “fino a oggi ha comandato Maria Grazia Cucinotta”, scrive Buttafuoco. Che tira in ballo l’attrice e produttrice messinese per dipingere un quadro decadente della gestione della cultura in Sicilia.
Buttafuoco scrive del sacrificio della cultura siciliana sull’altare del clientelismo, tornando ancora una volta ad attaccare i governi di Raffaele Lombardo: “Hai subito messo da parte l’idea di occuparti della cultura e hai fatto bene: quell’assessorato è un ginepraio spaventoso dove quello che si ricorda, a oggi, è solo il boicottaggio del Museo Riso” di Palermo. Ed è proprio grazie al simbolo dell’arte contemporanea del capoluogo che il giornalista catanese ha l’opportunità di parlare della ferita ancora aperta che riguarda il teatro Stabile di Catania e la sua drammatica situazione finanziaria: “Qualche ora prima di dare le dimissioni, infatti, il predecessore (Raffaele Lombardo ndr.) ha fatto piovere denari «acculturati» presso le clientele. Ha accuratamente evitato di dare i fondi agli enti considerati nemici, costringendo all’asfissia finanziaria il teatro della sua città, Catania”.
Il giornalista non si separa dall’idea della ‘Cucinottizzazione’ degli uffici pubblici e non risparmia all’ amico Battiato neanche un esempio: “Daniele Ciprì ha dovuto girare in Puglia ‘È stato il figlio’, ambientato a Palermo. Mentre la iena Pif, ovvero Pierfrancesco Diliberto, per il suo straordinario film, ‘La mafia uccide solo d’estate’, non ebbe neppure la possibilità di essere ricevuto dall’allora assessore, fedelissimo del predecessore di Crocetta. Era arrivata, nel frattempo, la Cucinotta”.
L’attrice siciliana, che già nel 2007 aveva intrapreso collaborazioni artistiche con la Regione, da produttrice e con la società ‘Seven Dreams’ ha ottenuto finanziamenti regionali per i film ‘L’imbroglio nel lenzuolo’ e ‘Viola di mare’. A siglare un allontanamento imprevisto, ricostruisce La Stampa, invece è stata la pellicola di recentissima produzione dal titolo ‘C’è sempre un perché’, inizialmente frutto di una coproduzione italo-cinese finanziata anche dalla Regione siciliana per circa due milioni di euro ed infine rimasta orfana di padre a causa dello stop ai finanziamenti dettato dalla Corte dei Conti.
E sulle colonne del quotidiano torinese la Cucinotta replica: “Io alla mia regione ho dato e non ho ricevuto niente, se non l’amore della gente. Eppure ho sempre cercato pervicacemente di fare qualcosa per la terra che amo. Collaborando con i rappresentanti delle istituzioni che volessero fare qualcosa di buono, prima Cuffaro, poi Lombardo, ora spero Crocetta. Chi ha combattuto contro un pregiudizio – riferendosi chiaramente a Buttafuoco – spero non se ne faccia condizionare. Per il resto sono apolitica, non ho mai votato”. E a riprova di questo la produttrice siciliana ha aggiunto di aver addirittura ricevuto e rifiutato numerose proposte a sfondo politico provenienti sia da destra che da sinistra: “Mi hanno proposto di fare il sindaco di Messina, e pure il presidente della Regione ma non è il mio mestiere”.
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20 Novembre 2012, 14:14