10 Luglio 2014, 06:03
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PALERMO – La stagione balneare è davvero salva. Non ci sono più dubbi. Gli affittuari delle cabine di Mondello possono esultare. E può esultare pure la società immobiliare Italo-Belga. Si saranno, invece, indispettiti, e parecchio, in Procura alla notizia che il ricorso contro il no al sequestro è stato fissato il 18 settembre. Solo allora ci si potrà misurare sul merito dell’azione giudiziaria, e non è poco, ma l’oggetto del contendere non ci sarà più. Smontato, come avviene ogni anno. Tre giorni dopo la chiusura della stagione estiva il Tribunale del Riesame valuterà il ricorso della Procura. E dire che il rinvio del Riesame si apre con le parole “vista l’eccezionale urgenza”.
D’altra parte Livesicilia aveva raccontato, nei giorni scorsi, di un Riesame ingolfato dalle recenti operazioni antimafia. E così il presidente Giacomo Montalbano ha stabilito di rinviare a settembre tutti i procedimenti che non riguardano detenuti, in carcere o ai domiciliari. La sua circolare ha scatenato la reazione degli avvocati. La Camera penale “G. Bellavista” ha dichiarato lo stato di agitazione, chiedendo, “vista la palese violazione dei diritti dei cittadini a essere giudicati in modo celere, la immediata revoca di tale decisione”.
Il 23 giugno scorso il blitz Apocalisse ha portato in carcere 91 persone considerate affiliate ai mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo. Inevitabile la valanga di ricorsi degli avvocati difensori al Tribunale del Riesame per chiedere l’annullamento o la modifica della misura cautelare. Se non vengono rispettati i tempi la misura restrittiva perderebbe efficacia.
Tra i processi “in coda” è finito anche quello sul sequestro delle cabine di Mondello. Il giudice per le indagini preliminari Fernando Sestito aveva respinto la richiesta per “assenza del fumus commissi delicti”. Il gip, accogliendo la tesi dei legali della Italo-Belga, gli avvocati Roberto Tricoli e Raffaella Geraci, aveva ritenuto che l’autorizzazione della Soprintenza, che ha efficacia quinquennale, concessa nel 2008, può anche non essere più richiesta per interventi successivi al quinquennio, se sono stati già eseguiti i lavori in questione. Secondo la giurisprudenza recente e secondo il giudice di Palermo, ogni manufatto altrimenti sarebbe sottoposto a un rischio ciclico di demolizione. Per la Procura, invece, questo orientamento riguarda manufatti stabili e non rimovibili come le cabine. In questo caso, sempre secondo i pm, si tratta di interventi che sono ciclici e stagionali, che comportano rimozione e istallazione e che quindi necessitano di nuove autorizzazioni perché le condizioni ambientali e paesaggistiche cambiano nel corso del tempo. Per i pubblici ministeri sarebbe stato violato l’articolo 181 del codice beni culturali in cui si parla di necessità di autorizzazione “per lavori di qualsiasi genere” in aree sottoposti a vincolo ambientale.
Da qui la decisione di presentare ricorso, firmato dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Daniele Paci e Roberto Tartaglia. Che, però, sarà discusso il 18 settembre. A stagione balneare conclusa.
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10 Luglio 2014, 06:03