“Cabine regolari a Mondello” | Il Riesame dà ragione all’Italo-Belga

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24 Settembre 2014, 16:08

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PALERMO – Anche per il Riesame le cabine di Mondello sono regolari. O meglio, lo erano perché nel frattempo sono state smontate. Il Tribunale ha dato ragione nel merito alla società immobiliare Italo-Belga, ma non ha potuto fare a meno di sottolineare che non c’è periculum in mora visto che la decisione è arrivata ad una settimana dalla chiusura della stagione balneare.

In piena estate Livesicilia aveva raccontato di un Riesame ingolfato dalle recenti operazioni antimafia. E così il presidente Giacomo Montalbano aveva stabilito di rinviare a settembre tutti i procedimenti che non riguardassero detenuti, in carcere o ai domiciliari. Il superlavoro era frutto del blitz Apocalisse che il 23 giugno scorso portò in carcere 91 persone considerate affiliate ai mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo. Inevitabile la valanga di ricorsi degli avvocati difensori al Tribunale del Riesame per chiedere l’annullamento o la modifica della misura cautelare.

Tra i processi “in coda” era finito anche quello sul sequestro delle cabine di Mondello. Il giudice per le indagini preliminari Fernando Sestito aveva respinto la richiesta per “assenza del fumus commissi delicti”. Il Gip, accogliendo la tesi dei legali della Italo-Belga, gli avvocati Roberto Tricoli e Raffaella Geraci, aveva ritenuto che l’autorizzazione della Soprintendenza, che ha efficacia quinquennale, concessa nel 2008, poteva anche non essere più richiesta per interventi successivi al quinquennio, se sono stati già eseguiti i lavori in questione.

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Secondo la giurisprudenza recente e secondo il giudice di Palermo, ogni manufatto altrimenti sarebbe sottoposto a un rischio ciclico di demolizione. Per la Procura, invece, questo orientamento riguardava manufatti stabili e non rimovibili come le cabine. In questo caso, sempre secondo i pm, si trattava di interventi che sono ciclici e stagionali, che comportano rimozione e istallazione e che quindi necessitavano di nuove autorizzazioni perché le condizioni ambientali e paesaggistiche cambiano nel corso del tempo. Per i pubblici ministeri sarebbe stato violato l’articolo 181 del codice beni culturali in cui si parla di necessità di autorizzazione “per lavori di qualsiasi genere” in aree sottoposti a vincolo ambientale.

Da qui la decisione di presentare ricorso. Un ricorso ora respinto dal Riesame che ha dato ragione agli avvocati Tricoli e Geraci, “concordando” con il ragionamento del giudice per le indagini preliminare che non riteneva necessaria una nuova autorizzazione da parte della Soprintendenza, che per altro, sul punto non è mai stata chiara.

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24 Settembre 2014, 16:08

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