29 Settembre 2017, 17:00
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CATANIA – Un’intera famiglia, insieme ad amici e conoscenti, cacciata fuori dalla chiesa per aver tentato di dedicare un ultimo pensiero alla parente defunta. È quanto sarebbe accaduto in una chiesa della periferia nord di Catania dove il parroco, terminato il rito funebre, avrebbe reagito in malo modo alla vista di una dei famigliari che si avvicina all’altare per leggere poche righe in memoria della nonna, 83 anni, deceduta il giorno prima. “Siamo rimasti sconvolti dalla reazione del prete. Mi ha aggredito, e dato uno spintone, non mostrando il minimo rispetto per il momento che stavamo vivendo e per mia nonna morta che era lì chiusa in una bara”, spiega a LiveSicilia la parente.
Al dolore per la perdita appena subita, per la famiglia si sarebbe, dunque, aggiunto il grave episodio di cui, come racconta la nipote, è stata “vittima” durante i funerali. “Volevo leggere un breve messaggio di cordoglio scritto per ricordare mia nonna. Immaginavo che avrei dovuto comunicarlo in tempo al prete, ma purtroppo non appena sono arrivata in chiesa non sono riuscita a farlo perché non si è fatto vedere da nessuno di noi parenti prima di celebrare la messa. Nel corso della funzione – prosegue – mi sono però avvicinata al sacrestano chiedendo lui di poter avere qualche minuto per poter leggere la lettera e questi mi risponde che avrei potuto farlo (Poi lo ha negato)”.
Così “a fine messa il prete esclama ‘adesso lascio la parola ai familiari’, al ché ho pensato fosse arrivato il momento di avvicinarmi e comincio così la lettura”. In questo frangente il prete si sarebbe già allontanato, “è rientrato nella sagrestia senza neppure salutarci o fare le condoglianze”, spiega la parente. Ma “non appena mi sente pronunciare le prime parole della lettera il parroco torna indietro e, in modo a dir poco indelicato, mi tira dal braccio proibendomi di continuare, e dicendo che tutti dovevamo accomodarci fuori dalla chiesa”. A questo punto la donna avrebbe cercato di capire per quale ragione non le fosse consentito proseguire con la lettura del testo. “Ci ha detto che lui deve prima conoscere il contenuto dei messaggi di cordoglio perché spesso i parenti usano quel momento per rivendicare qualcosa o altro. Ma non era quello il caso. Volevo solo esprimere, a nome della mia famiglia, l’amore che nutrivamo per nostra nonna. Siccome non lo avevamo avvisato, non eravamo perciò autorizzati a prendere parola”.
A quel punto si sarebbero avvicinati tutti i parenti e i conoscenti nel tentativo di trovare un punto d’incontro, ma non ci sarebbe stato verso. “Il prete ci dice: ‘prendetevi la bara e andatevene’. Eravamo allibiti e senza parole – prosegue la nipote – Abbiamo cercato di farlo ragionare perché non volevamo che ostacolasse lo svolgimento di un momento che era già di per sé difficile, ma non ha sentito ragioni. Non mi era mai capitato di intervenire ad un funerale quindi non ero a conoscenza del fatto che il prete pretendesse di conoscere prima il testo delle lettera. Ma si trattava di un messaggio dal contenuto semplicissimo e in ricordo della personalità di mia nonna. Il parroco poteva certamente usare ben altre parole e modi”. A questo punto gli animi si sarebbero scaldati fra i parenti e il prete. “Abbiamo chiesto spiegazioni di questa reazione così esagerata nei nostri confronti e facendo presente che non ritenessimo corretto e rispettoso quell’atteggiamento, ma lui ci ha voltato le spalle e se n’è andato”, conclude la parente. La famiglia afferma che il prete non avrebbe chiesto alcuna “offerta” in denaro per celebrare la messa.
Il diritto canonico prevede inoltre che nel corso delle esequie i familiari abbiano, qualora lo desiderino, la possibilità di dedicare un pensiero alla persone defunta.
A maggior ragione la famiglia non è intenzionata a soprassedere sulla vicenda. Dell’accaduto è già stata infatti investita la Curia a cui i parenti si sono rivolti per presentare una denuncia. E secondo alcune indiscrezioni non mancheranno i provvedimenti nei confronti di questo prete.
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29 Settembre 2017, 17:00