25 Maggio 2017, 06:14
3 min di lettura
PALERMO – Strade al buio, treni in ritardo, interruzioni sul servizio elettrico e telefonico. Disagi che sempre più frequentemente vengono provocati dai ladri di rame, a caccia di “oro rosso” nelle grandi infrastrutture. A pagare le conseguenze dei furti massicci a Palermo sono importanti società, ma anche la cittadinanza. Da Telecom ad Enel, fino alle Ferrovie dello Stato, i colpi si susseguono uno dopo l’altro, mandando in tilt interi impianti di illuminazione e metropolitana.
Proprio come è successo nel capoluogo siciliano a fine marzo, quando un furto è stato messo a segno in via Sampolo, nei pressi di tre stazioni della metro, ovvero Imperatore Federico, Fiera e Giachery. Il servizio è stato sospeso per circa tre ore e mezzo, con molti treni soppressi e decine corse cancellate. Problemi che, a catena, si sono poi verificati anche a Notarbartolo e alla stazione centrale.
Il rame, rivenduto nel mercato nero ad almeno sei euro al chilo, fa quindi gola se in grosse quantità. A dimostrarlo, uno dei numerosi sequestri effettuati dalle forze dell’ordine: i primi di maggio sono state arrestate quattro persone che ne avevano rubato tre tonnellate. Altri trecento chili stavano invece per essere portati via dallo stabilimento dell’ex Fiat, a Termini Imerese: i ladri pochi giorni fa hanno manomesso la recinzione e dopo aver prelevato i cavi, hanno tentato di darsi alla fuga. Un fenomeno che ha reso necessari provvedimenti sulle infrastrutture maggiormente prese di mira, visto che Telecom sta sostituendo i cavi di rame con quelli di alluminio e che, a livello nazionale, molte zone vengono monitorate da un sistema di allarme collegato con le forze dell’ordine.
Anche le Ferrovie dello Stato hanno optato per altri materiali e proteggono il rame con gabbie di cemento, soprattutto al Sud, dove la media dei furti supera l’ottanta per cento. D’altronde, l’allarme continua a crescere, specie lungo alcune tratte. In provincia di Palermo quelle più bersagliate sono Isola delle Femmine-Capaci ed Altavilla-Casteldaccia, dove i ritardi dovuti ai furti di rame rappresentano ormai uno stillicidio.
Un fenomeno che non risparmia le altre province siciliane. da gennaio ad oggi, in tutta l’Isola, ben 102 treni sono stati coinvolti, con un ritardo totale di 1946 minuti. Anche i tentati furti hanno provocato danni e disagi, con tre treni coinvolti, ed un ritardo accumulato di 152 minuti. Una vera e propria emergenza in base alla quale il dipartimento della Pubblica sicurezza, già cinque anni fa, ha firmato un protocollo di intesa che ha previsto anche l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sui furti di rame, per monitorare la crescita e l’andamento dei furti e indagare, allo stesso tempo, sui collegamenti con la criminalità organizzata. La mafia non si lascia infatti sfuggire il business del rame ed ha già numerosi uomini in azione su questo fronte.
“Si tratta di una filiera illegale vastissima e sempre più organizzata – spiegano dalla Questura di Palermo – che prende di mira anche cantieri e fabbriche. Ladri e ricettatori riescono a rendere il rame irriconoscibile, perché viene fuso e totalmente riciclato. Viene trasformato in lingotti che vengono poi inviati, all’interno di container, soprattutto in Oriente.
Ma oltre ai danni e ai disagi provocati ad infrastrutture e cittadini – concludono – estremi sono i rischi di folgorazione o di ustione ai quali si espongono gli autori del furto”.
Pubblicato il
25 Maggio 2017, 06:14