29 Giugno 2009, 15:41
1 min di lettura
Il corpo senza vita di S.B., 39 anni, è stato trovato ieri attorno alle 13 e 30 nel molo vecchio di “piazza Marina” a Cefalù. I bagnanti hanno chiamato l’ambulanza che però non è riuscita a salvarlo e l’uomo è morto mentre stava per essere trasoportato all’ospedale San Raffaele. Le indagini, condotte dal commissario Manfredi Borsellino, hanno portato a una doppia ipotesi. L’uomo era infatti un ex tossicodipendente, seriopositivo, che, pur avendo smesso di far uso di sostanze stupefacenti – secondo quanto riportato dai parenti più stretti – aveva cominciato ad abusare di alcool.
Un passato difficile per S.B., più volte ricoverato nel reparto psichiatrico del San Raffaele, seguiva diverse terapie farmacologiche. Una “retrovirale” per combattere la seriopositivtà, una per la depressione e un’altra per la dipendenza dall’alcool. Nonostante tutto continuava a lavorare alla manutenzione del lido “Poseidon”, nel lungomare “Giuseppe Giardina” come manutentore con contratto stagionale. Ma, negli ultimi tempi, confidava ai più vicini di essere stanco.
Il medico legale ha accertato la sua morte per asfissia da annegamento. Insomma, tutti gli indizi porterebbero al suicidio ma, in realtà, non vi è alcun riscontro a questa ipotesi. Nella sua casa non c’era nulla che facesse presagire l’estremo gesto e tutti i suoi effetti personali erano raccolti in un sacchetto accanto al suo telo da mare disteso sulla battigia. L’ipotesi più accreditata, sorattutto secondo i familiari, sarebbe l’incidente. L’uomo, in condizioni psicofisiche fragili (aveva interrotto giorni fa, senza apparente motivo, tutte le terapie farmacologiche) avrebbe cercato sollievo a mare, facendo un bagno. Ma il corpo, sfiancato, non avrebbe retto e si sarebbe fatto trasportare dalle onde. Le indagini, coordinate, dal sostituto procuratore di Termini Imerese, Ilaria De Somma, sono ancora in corso.
Pubblicato il
29 Giugno 2009, 15:41