07 Febbraio 2020, 19:02
1 min di lettura
PALERMO – Cade l’accusa di calunnia. Il tribunale di Termini Imerese ha assolto l’imprenditrice Rosa Maria Salvaggio. L’ipotesi che non ha retto al vaglio dei giudici è che l’imputata avesse calunniato, denunciandolo, il responsabile tecnico dell’Unione dei Comuni Valle del Sosio.
Fu quest’ultimo a scrivere una nota riservata in cui chiedeva di non invitare alle gare la ditta della Salvaggio in quanto non avrebbe denunciato le minacce subite da Antonino Di Marco, condannato per mafia. I legali di Salvaggio, gli avvocati Anthony De Lisi e Angela Ajello, hanno sostenuto che l’imputata non è mai stata indagata nell’inchiesta da cui è scaturito il processo principale, né tanto meno si è mai aggiudicata lavori sui quali poteva esserci qualche riserva. Alla fine ha subito solo danni. “È stata costretta a cessare l’attività”, dicono i legali. L’inchiesta nata dalla denuncia di Salvaggio è stata archiviata, ma la donna è stata assolto dal reato di calunnia.
Pubblicato il
07 Febbraio 2020, 19:02