03 Giugno 2017, 19:45
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PALERMO – Avere uno sguardo investigativo d’insieme. Muoversi con la stessa capacità che hanno i mafiosi di andare oltre i tradizionali confini dei mandamenti. Sia a Palermo che ad Agrigento e Trapani. Sembra rispondere a questa logica l’intenzione del procuratore Francesco Lo Voi, che dovrebbe tradursi nei fatti, di accorpare le deleghe ai nuovi aggiunti in materia di indagini antimafia.
Si parte dal capoluogo siciliano. Fino ad oggi la città è stata divisa in due zone. Prima che scadesse il suo mandato era il procuratore aggiunto Vittorio Teresi a coordinare il lavoro nella zona occidentale della città: una fetta di territorio che parte dal centro di Palermo per arrivare alle zone periferiche di San Lorenzo, Vergine Maria, Acquasanta e Zen, fino a inglobare i paesi che si susseguono lungo la costa in direzione Terrasini.
Leonardo Agueci, in pensione da alcuni giorni, coordinava, invece, le inchieste sui mandamenti orientali di Palermo. Anche in questo caso si tratta di un territorio vasto. Si parte da Porta Nuova per inglobare tutti quartieri della vecchia Palermo, e ci si estende a Pagliarelli e Brancaccio. La delega di Agueci comprendeva pure i paesi delle Madonie.
La situazione dovrebbe cambiare con l’accorpamento delle due deleghe nelle mani di un solo procuratore aggiunto. Il nome più accreditato sembrerebbe quello di Salvatore De Luca (che oggi sempre da aggiunto coordina il dipartimento per i reati che colpiscono le fasce deboli). De Luca è il magistrato con più esperienza. È stato procuratore capo a Barcellona Pozzo di Gotto e prima ancora come sostituto si era occupato di mafia palermitana. Una mafia che oggi si caratterizza per il dialogo fra mandamenti. Sono tanti i personaggi che si muovono lontano dai propri confini, seguendo gli affari illeciti.
La Direzione distrettuale antimafia di Palermo è competente anche per le indagini su Trapani e Agrigento. Fino allo scadere dell’incarico il coordinamento era affidato rispettivamente a Teresa Principato, oggi alla Dna, e Maurizio Scalia, tornato a fare il sostituto in attesa della vicina pensione. Anche in questo caso si profila un accorpamento e potrebbe essere Paolo Guido a doversene occupare. Resta da capire se da queste deleghe saranno esclusi il coordinamento per le ricerche di Matteo Messina Denaro e i reati legati all’immigrazione clandestina. In quest’ultimo settore investigativo la Procura di Palermo rappresenta ormai un modello a livello internazionale.
I nuovi aggiunti sono in realtà quattro e presto diventeranno cinque, quando Bernardo Petralia andrà alla Procura gernerale di Reggio Calabria. A quel punto ai già nominati Marzia Sabella, Ennio Petrigni e Sergio Demontis (attende ancora la ratifica del Plenum) si aggiungerà un quinto aggiunto. Uno di loro, potrebbe essere Demontis, sin occuperà dei reati contro la pubblica amministrazione finora affrontati da Petralia.
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03 Giugno 2017, 19:45