Cafiero De Raho su Di Matteo: | “Disponibili a una soluzione”

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23 Luglio 2019, 18:55

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ROMA – “Massima disponibilità a trovare una soluzione, e dunque alla migliore composizione della vicenda per il conseguimento dei risultati a cui aspira l’ufficio”. Lo afferma il Procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho dopo essere stato ascoltato dal Csm sull’estromissione dal pool Stragi della Dna del pm Nino Di Matteo. De Raho è stato ascoltato dalla Settima Commissione del Csm, che deve vagliare la congruità del provvedimento di De Raho , adottato a seguito di un’intervista di Di Matteo a La7 sulla strage di via Capaci, con la quale il pm avrebbe incrinato “il rapporto di fiducia” all’interno del pool. Anche Di Matteo è stato ascoltato oggi dalla Commissione, che si esprimerà sul provvedimento alla ripresa dell’attività dopo la pausa estiva.

Di Matteo – che dai consiglieri è stato sentito per un’ora, lo stesso tempo dedicato a Cafiero De Raho – ritiene quel provvedimento “profondamente ingiusto e immotivato”, come ha detto anche in un ‘occasione pubblica. Perché lui avrebbe parlato solo di circostanze gia’ note e contenute in sentenze; senza divulgare valutazioni oggetto di confronto all’interno del pool. In quell’intervista Di Matteo parlo’ del ritrovamento sul luogo della strage di un biglietto scritto da un agente dei servizi segreti e di un guanto con il Dna di una donna. E fece riferimento all’ipotesi che alcuni appartenenti a Gladio avrebbero avuto un ruolo nella fase esecutiva della strage. È stato escluso “senza aver rivelato alcun segreto o notizia riservata”, affermano oltre un centinaio di colleghi in un appello rivolto al Csm perché favorisca una composizione costruttiva della vicenda, permettendo il reinserimento di Di Matteo nel pool stragi. Compito della Settima Commissione, presieduta dalla togata Loredana Miccichè, è verificare se il provvedimento di esclusione di Di Matteo sia stato adottato nel rispetto della normativa, dal punto di vista del merito e della procedura. Anche se lo ritenesse fuori dalle regole, il Csm non ha il potere di annullarlo, ma potrebbe formulare dei rilievi, di cui il procuratore nazionale non potrebbe non tenere conto. 

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“Non posso scendere nel contenuto dell’audizione che, peraltro, non era pubblica. Posso dire che ho semplicemente avuto modo di ribadire e specificare meglio le ragioni che mi fanno ritenere ingiusto il provvedimento di estromissione”. Lo ha detto il pm della Dna Nino Di Matteo sentito oggi dalla settima commissione del Csm dopo la decisione del capo della Direzione nazionale antimafia Cafiero De Raho di estrometterlo dal pool “Mafie ed entità esterne nelle stragi e altri delitti”. “Attendo le decisioni e spero arrivino presto”, ha aggiunto il magistrato. (ansa)

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23 Luglio 2019, 18:55

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