Cronaca

Calci e pugni al senegalese| Tre arresti per il pestaggio VIDEO

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17 Luglio 2020, 10:03

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PALERMO – Sarebbero gli aggressori del giovane senegalese picchiato nel centro storico i primi di luglio. Si tratta di Caludio Lucania, Roberto Ventimiglia e Salvatore Riccardo Ventimiglia, rispettivamente di 32, 39 e 28 anni, rintracciati dali poliziotti del commissariato “Centro”. In via Beati Paoli, il giovane era stato quasi centrato da un’auto sportiva che a velocità sostenuta sfrecciava per le strade del centro città. “Le risentite ma garbate rimostranze rivolte dal pedone all’autista, Claudio Lucania – spiega la polizia – avrebbero scatenato un flusso di violenza nei suoi confronti che sarebbe andato bene al di là di un contenzioso stradale e sarebbe stato costellato da inequivocabili epiteti a sfondo razziale”.

In base a quanto ricostruito, il conducente e un centauro suo amico, Roberto Ventimiglia, presto giunto sul posto, avrebbero percosso il senegalese in piazza Beati Paoli al Capo. I palermitani avrebbero cercato, ancora una volta, di investire il senegalese, lo avrebbero colpito con calci e pugni e Ventimiglia avrebbe addirittura indirizzato colpi di catena al capo della vittima, nel frattempo insultandolo, proprio come la vittima ha raccontato qualche giorno fa a Live Sicilia. Soltanto l’intervento di un residente della zona, testimone della violenza, avrebbe evitato peggiori conseguenze al senegalese. Il residente, sceso in strada, si sarebbe infatti adoperato per calmare gli animi ed avrebbe condotto il ragazzo al sicuro. GUARDA IL VIDEO DEGLI ARRESTATI

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A distanza di qualche ora, il senegalese sarebbe stato raggiunto lungo le strade della movida da un nutrito gruppo di malviventi (i cui componenti sono in via di identificazione): tra loro c’era Salvatore Ventimiglia che, brandendo una spranga, lo avrebbe minacciato di pesanti ritorsioni nel caso in cui egli avesse presentato una formale denuncia del violento pestaggio ed avrebbe cercato di condurre il giovane in un luogo appartato allo scopo di spiegargli “come funziona a Palermo”. Minacce che non hanno intimidato la vittima, che invece ha raccontato tutto alla polizia, permettendo agli investigatori di risalire ai presunti autori. I tre dovranno rispondere, a vario titolo, di lesioni personali e violenza privata, aggravate dallo sfondo razziale.

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17 Luglio 2020, 10:03

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