24 Giugno 2015, 12:10
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CATANIA- C’è un libro mastro delle partite pilotate nelle mani della Digos, è stato scovato nella casa di Piero Di Luzio, uno degli arrestati nell’operazione sulla calciopoli catanese. Gli investigatori parlano di “documenti e appunti di sicuro rilievo penale in quanto contenenti dei riferimenti al Catania Calcio e alle somme di denaro versate”. Un documento importante, che potrebbe portare nuova linfa agli accertamenti, non ancora conclusi, degli inquirenti.
Durante le perquisizioni, a casa dell’agente di scommesse sportive Giovanni Luca Impellizzeri sono stati trovati 100mila euro “occultati in diversi punti del controsoffitto”, ma anche un localizzatore di microspie a radio frequenza, segno che l’indagato temeva di essere intercettato.
La Questura ha reso noto il capo d’indagine sul quale lavorano i magistrati Alessia Natale e Alessandro Sorrentino, sotto il coordinamento di Giovanni Salvi. “Associazione a delinquere -sottolinea la Polizia- finalizzata alla frode sportiva nonché per vari relativi episodi di frode in competizioni sportive aggravata dall’essere le stesse influenti ai fini dello svolgimento di concorsi
La Digos ha notificato nuovi avvisi di garanzia a Riccardo Fiamozzi, calciatore del Varese, Luca Pagliarulo, calciatore del Trapani, Antonio Daì, calciatore del Trapani, Christian Terlizzi, calciatore del Trapani, Matteo Bruscagni, calciatore del Latina, Alessandro Bernardini, calciatore del Livorno.
L’INCHIESTA CONTINUA
PARTITA MESSINA-ISCHIA. Nel mirino degli inquirenti è finita anche la partita Messina-Ischia del 18 aprile 2015, che sarebbe stata “alterata” e si è conclusa 1-1. In quell’occasione, i vertici del Messina, Pietro Lo Monaco, l’Ad Alessandro Failla e il direttore sportivo Fabrizio Ferrigno si sarebbero “adoperati -spiega la Questura. affinché la citata partita terminasse con il risultato prestabilito del vantaggio temporaneo dell’Ischia nel primo tempo
E ancora, scrivono gli investigatori: “La motivazione della frode sarebbe legata al consistente profitto ricavabile da tale tipologia di scommessa della quale si sarebbe occupato anche in questo caso l’Impellizzeri. Le varie agenzie quotavano infatti l’incontro con quello specifico risultato parziale/finale, poi concretizzatosi effettivamente in quegli esatti termini, fino anche a 19 volte la posta. I suddetti risultano pertanto anch’essi indagati per il reato in concorso di frode in competizione sportiva aggravata dall’essere la stessa influente ai fini dello svolgimento di concorsi pronostici e scommesse
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24 Giugno 2015, 12:10