Call center e delocalizzazioni |La manifestazione nazionale

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04 Giugno 2014, 11:19

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ROMA – Non più lavoro di passaggio ma occupazione stabile “made in Italy” e con alto livello di specializzazione. Ecco come si vedono i lavoratori dei calla center che stamattina hanno detto “No alla delocalizzazione” nel corso della manifestazione tenutasi nella capitale (tre ore di marcia da piazza della Repubblica a piazza Santi Apostoli) e organizzata sa Slc Cgil, Fisel Cisl e Uilcom Uil.
C’erano anche seicento catanesi alla manifestazione nazionale contro le delocalizzazioni dei call center tenutasi stamattina a Roma tra i circa 7000 partecipanti. Un migliaio circa il totale dei siciliani presenti che, insieme a lavoratori provenienti da tutta Italia, hanno urlato slogan e sventolato striscioni rivendicando diritti e futuro e regole certe  per i cambi d’appalto. Presenti, tra gli altri, il segretario generale della Camera del lavoro Giacomo Rota, il segretario confederale Giovanni Pistorio, il segretario della Slc Cgil Davide Foti, oltre al responsabile Dipartimento Ufficio di programma Angelo Villari, al coordinatore regionale Slc, Marcello Cardella,  e Ferruccio Donato della Cgil Sicilia. Presenti anche Alfio Mannino e Alessandro Grasso, in rappresentanza di Flai Cgil e  Filt Cgil di Catania.
“A livello nazionale lo sciopero ha raccolto un’adesione media di oltre l’87% e a Catania la percentuale ha superato il 90%- spiegano Rota, Pistorio e Foti-  Quello di oggi è un successo nazionale oltre ogni aspettativa e siamo fieri di essere stati i primi a parlare in tutta Italia del pericolo delocalizzazione e a lanciare un allarme reale che nel tempo è stato purtroppo confermato. Questi lavoratori nel tempo hanno superato il loro status di semplici operatori e sono diventati dei professionisti. Chiedono un lavoro dignitoso e chiedono che questa emorragia  verso i paesi esteri, soprattutto Albania e Romania, venga bloccata”.
Intanto, stamattina ha riscosso un gran successo anche la manifestazione degli scioperati che hanno organizzato un sit in di fronte il call center Almaviva a Misterbianco: dentro i locali banchi di lavoro vuoti, fuori proteste e sorrisi, con tanto di bimbi al seguito per i quali sono stati organizzati momenti di gioco”.

“Siamo vicini ai lavoratori dei call center che stamani hanno protestato per le vie di Roma, siamo stati al fianco in corteo della rappresentanza degli oltre diecimila catanesi occupati nel settore, ma ancor di più saremo determinati in Parlamento per vincere una battaglia che si disputa innanzitutto sul piano legislativo e chiediamo al Governo che faccia proprie le legittime preoccupazioni di decine di migliaia di giovani, donne e padri di famiglia”. Lo dichiara la parlamentare nazionale del Partito democratico Luisa Albanella, componente della Commissione Lavoro alla Camera, presieduta da Cesare Damiano, lo stesso che da ministro del Governo Prodi garantì la stabilizzazione di 24 mila lavoratori a livello nazionale.

“Un settore industriale che va rimesso al centro dell’agenda politica – aggiunge la parlamentare democratica – nelle continue audizioni in Commissione stiamo fissando i punti fondamentali di rilancio per evitare una ennesima emorragia occupazionale, che non possiamo permetterci sopratutto nel nostro territorio etneo”.

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“È necessario ribadire con forza il no alle delocalizzazioni senza regole nei Paesi extraeuropei, alle gare al massimo ribasso che non tengono conto delle tabelle contrattuali e della sicurezza dei lavoratori – spiega la deputata Albanella – è inoltre sbagliato continuare con gli incentivi a pioggia che non creano occupazione ma che sono serviti solo a ridurre il costo del prodotto”. “Va invece ridotta – prosegue – l’Irap sulle quelle aziende, in particolare, che hanno un’alta presenza di manodopera e sarebbe necessario intervenire sulle norme dei contratti collettivi nazionali perché prevedano, anche in questo ambito, le cosiddette clausole sociali, in forza delle quali i lavoratori siano garantiti e mantengano il loro posto di lavoro anche quando avvengono i cambi di appalto”.

 “Condividiamo le ragioni dello sciopero nazionale dei lavoratori dei call center, un settore che occupa in Sicilia circa 25 mila addetti, a Catania, oltre 9 mila che versa in una gravissima crisi. Tra le principali cause della crisi del settore ci sono la delocalizzazione delle attività in Paesi al di fuori dell’UE nonché appalti al massimo ribasso che molto spesso è al di sotto delle retribuzioni minime previste dai contratti di lavoro”. Lo dichiara la deputata regionale del partito democratico Concetta Raia. “Nella nostra Regione abbiamo incontrato i sindacati del settore e i lavoratori- ha aggiunto- e faremo tutto quello che è possibile per mantenere alta l’attenzione e trovare tutte le possibili soluzioni a partire dallo sviluppo di un settore e dalla tutela dell’occupazione anche riconoscendo le diverse professionalità impiegate nei call center che soffrono invece di una forte deregolamentazione di tipo contrattuale e di lavoro”.

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04 Giugno 2014, 11:19

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