Caltanissetta, la ragazza, il colpo alla gola: così si uccide un uomo

La ragazza, l’incontro, il colpo alla gola: così si uccide un uomo

La vittima, Marcello Tortorici
La ricostruzione dell'omicidio di Caltanissetta. "Un regolamento di conti"
RADIOGRAFIA DI UN DELITTO
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Una coltellata alla gola al culmine di un regolamento di conti per una ragazza contesa. È l’agghiacciante ricostruzione dell’omicidio di venerdì sera nel centro storico di Caltanissetta. Kevin Fiore avrebbe colpito a morte Marcello Tortorici. Il primo ha 22 anni, il secondo ne aveva 51.

I carabinieri hanno ricostruito grazie alle telecamere quella che il giudice per le indagini preliminari Graziella Luparello definisce “un’azione premeditata”. Sei persone avrebbero deciso di risolvere una volta e per tutte la contesa per una ragazza fra Kevin Fiore e il figlio di Roberto Millaci, pure lui arrestato per rissa aggravata assieme a Massimo Tortorici, fratello della vittima, Salvatore Fiore e il suo secondo figlio Michele.

Agli investigatori Kevin Fiore ha raccontato di essere stato aggredito e ha mostrato ferite superficiali sulla nuca e sul dorso. Le cose, però, sarebbero andate diversamente. Le immagini delle telecamere fanno emergere quasi integralmente la realtà dei fatti.

C’era stato un incontro preliminare tra Marcello Tortorici e Kevin Fiore, a cui poi si è aggiunto Massimo Tortorici. I tre si sono incontrati di nuovo ed è scoppiata la rissa. La miccia si è accesa all’arrivo in via San Domenico a bordo di un’auto di Salvatore e Michele Fiore. Dalle immagini si vede Michele Fiore inseguire Massimo Tortorici per poi tornare indietro da solo e Kevin Fiore inseguire Marcello Tortorici colpendolo con il fendente mortale.

La vittima prima di accasciarsi al suolo ha lasciato cadere il coltello che impugnava. Salvatore Fiore ha capito subito la gravità della situazione. Ha costretto il figlio Kevin a salire in auto, dalla quale tuttavia ha deciso di scendere per andare via a piedi.

“Tutte le parti coinvolte avevano preventivamente concordato di definire la controversia mediante uno scontro fisico collettivo – scrive il giudice – nell’ambito della quale appare arduo individuare posizioni esclusivamente passive”.

I Fiore, a differenza di quanto hanno sostenuto, “non sono vittime, ripresi nell’atto di inseguire fratelli Tortorici”. Avrebbero mentito anche Massimo Tortorici e Roberto Millaci parlando di “un agguato a sorpresa nell’ambito di ciò che avrebbe dovuto essere un mero incontro chiarificatore”. All’appuntamento si sono presentati armati.

“La premeditazione, la reiterazione nella stessa serata degli incontri delle persone in conflitto, la disponibilità bilaterale di armi bianche – è certo il gip – depongono per una complessiva azione criminosa affatto estemporanea bensì oggetto di pianificazione e preparazione“.


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