Cambiano gli uomini, non i risultati |La difesa a quattro balla ancora

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06 Aprile 2015, 08:30

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PALERMO – Due gol praticamente identici, entrambi fondamentali per due sconfitte. Tra Chievo e Milan sono arrivati due buchi enormi al centro della difesa, senza che nessuno sia stato capace di rimediare alle falle del reparto arretrato. Paloschi prima e Menez poi, tre punti agli altri e zero al Palermo, che inizia a farsi domande su quale possa essere il futuro con la linea a quattro davanti a Sorrentino. Dubbi enormi che Iachini ha confermato in sala stampa al termine dell’ultima sfida di campionato, dove per la prima volta non si è appellato più ad episodi o ad errori individuali, bensì ad una conoscenza del modulo ancora tutta da sviluppare. C’era d’aspettarselo, d’altronde, dopo un anno e mezzo passato a raccogliere record con la difesa a tre, e tutti i centrali passati da quel modulo hanno dato dimostrazione di non avrete lo stesso rendimento.

Terzi e Anđelković sono stati praticamente accantonati dopo la sconfitta del Bentegodi. D’altronde, il gol vittoria di Paloschi arriva proprio da un loro errore in marcatura sul centravanti clivense, bravo a infilarsi in mezzo a loro in velocità e a freddare Sorrentino una volta entrato in area. Terzi fuori per scelta tecnica e Anđelković fuori per squalifica, dato che nell’ennesima situazione di sofferenza in quel di Verona si è visto sventolare anche un cartellino rosso. Un campanello d’allarme che col rientro di Gonzalez e lo spostamento di Vitiello nel ruolo di centrale sembrava non dover essere replicato, invece il Palermo sceso in campo contro il Milan ha dimostrato ancora di essere vittima di gravi lacune difensive.

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La fuga in solitaria di Menez ha visto ferma la linea centrale inedita schierata da Iachini. Con la difesa a quattro, infatti, Gonzalez non ha mai giocato, mentre Vitiello ha fatto al massimo il terzino. La loro prova non è stata del tutto insufficiente, ma per la seconda partita consecutiva il Palermo ha lasciato un corridoio letale proprio lì in mezzo. Forse una mediana che non fa il filtro necessario (d’altronde è proprio Rigoni ad azionare il contropiede milanista), forse una difesa troppo sbilanciata dal mancato ripiegamento di Rispoli, sta di fatto che la linea centrale si è trovata impreparata come a Verona. E il Palermo, per la seconda volta consecutiva, si ritrova senza punti in tasca.

Che possa essere un monito per ritornare alla difesa a tre? Con la soluzione tattica precedente, come ha ammesso Iachini, il Palermo giocava a memoria. Gli errori, quando arrivavano, erano sempre errori individuali. Adesso si tratta di problemi di schieramento, con sbavature che prima non si vedevano, e che la squadra dovrà cercare di correggere quanto prima. Perché se da un lato è vero che si sta già pensando al futuro (e dunque anche a proporre la difesa a quattro nella prossima stagione), dall’altro c’è da pensare a chiudere definitivamente il discorso salvezza. E se la difesa a quattro ha smesso di dare quelle certezze che tutti speravano di avere dopo la sfida col Napoli, è giusto ritornare al buon vecchio Palermo.

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06 Aprile 2015, 08:30

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