30 Settembre 2021, 13:39
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CATANIA – La scissione delle Camere di Commercio siciliane prende fuoco dopo due mesi di stasi apparente.
Dopo l’approvazione dell’emendamento al Dl Sostegni-bis le due Camere di Ragusa e Siracusa venivano separate da quella catanese e unite a Trapani, Agrigento e Caltanissetta. Per procedere in tal senso bisognava procedere alla nomina dei commissari ad acta, per la verifica dello stato economico-patrimoniale pre e post accorpamento, atto che il Mise avrebbe dovuto fare di concerto con il presidente della Regione Siciliana.
L’emendamento, al comma 1, dà alla Regione la potestà di organizzare il sistema camerale. Ed è in questa strada che si sta muovendo l’assessore regionale alle Attività Produttive Mimmo Turano, nella definizione di un incontro con tutte le associazioni datoriali che, verosimilmente, si concretizzerà la settimana prossima. Nel frattempo però il ministro Giorgetti, che in questi giorni ha fatto molto parlare di sé per la questione legata alla Intel, ha inviato a Musumeci (scavalcandolo?) l’indicazione di due nomi per la nomina di commissari ad acta, uno per la Camera a 5 (Agrigento, Caltanissetta, Siracusa, Ragusa e Trapani) e uno per quella di Catania.
I due nomi, rivelati da La Sicilia, sono quelli dell’ex prefetto Claudio Sammartino, zio del deputato regionale Luca Sammartino per Catania e, per la Camera a 5, di Alessandra Di Liberto che è stata dirigente regionale del Servizio 5 “fragilità e povertà” fino a marzo 2019. Nomi ancora validi? Sembra di no visto che la Regione ha intenzione di rispedire al mittente le nomine non condivise per tempo. La battaglia è aperta e visto che la posta in palio non sono le Camere di Commercio in quanto tali, ma l’aeroporto di Fontanarossa, c’è da credere che non finirà qui.
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30 Settembre 2021, 13:39