Camera di Commercio, stop elezioni| Prima la fusione con Enna

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20 Aprile 2015, 06:00

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PALERMO – La Camera di Commercio di Palermo si prepara a cambiare volto: dopo lo scandalo Helg e le decadenza del consiglio per le dimissioni di 14 componenti, l’ente di via Amari si avvia non verso il rinnovo degli organi ma verso la fusione con Enna. Il decreto ministeriale, con cui è stato nominato come commissario ad acta il segretario generale Vincenzo Genco, impedisce infatti che i dimissionari vengano rimpiazzati o che si proceda a nuove elezioni, a meno che non si tratti del consiglio della nuova Camera che ingloberà le due province.

Una road map divenuta certa solo in queste ultime settimane, grazie a un parere richiesto al ministero, tanto che la giunta Crocetta ha dovuto correggere il decreto di nomina del commissario straordinario Alessandra Di Liberto, tra i cui compiti non rientrerà più quelle di nuovi organi a stretto giro di posta. “Il commissario straordinario si insedierà e, insieme al commissario ad acta, cominceranno a lavorare per l’insediamento di un nuovo organo già accorpato, le prossime elezioni quindi si terranno solo con il nuovo ente camerale”, spiega l’assessore regionale alle Attività produttive Linda Vancheri.

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Genco e Di Liberto dovranno portare avanti l’iter, i cui tempi però non sono ancora chiari: il commissario straordinario è stato nominato per sei mesi, ma non è detto che non ci sarà poi una proroga. Secondo alcuni osservatori potrebbe volerci fino a un anno. “Incontrerò a breve la Di Liberto – spiega l’assessore Vancheri – per una riunione operativa”. A restare fuori, per il momento, saranno le associazioni di categoria: “Le associazioni contribuiranno al funzionamento dell’ente confrontandosi con i commissari come succede a Messina e a Catania – prova a tranquillizzare l’assessore – andranno tenute al corrente dell’attività con una continua interazione. Le associazioni del resto rappresentano le imprese che hanno bisogno dei servizi della Camera. Vigileremo sui procedimenti della costituzione dell’ente”. Insomma, arresto o non arresto, l’esperienza di Helg in via Amari non sarebbe durata a lungo visto che con il decreto ministeriale di fusione con Enna comunque si sarebbe andati al rinnovo. A restare deluso sarà chi si aspettava un nuovo presidente in tempi brevi.

 

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20 Aprile 2015, 06:00

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