14 Marzo 2012, 17:55
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Evocato a destra e manca, tirato in ballo in ogni modo possibile, brandito come una clava dalle opposte fazioni in campo, Diego Cammarata è il protagonista invisibile di questa campagna elettorale. Nella quale, lo sport preferito dei candidati sembra essere quello di prendere le distanze dal suo nome e cognome. Pazienza se qualcuno è stato suo assessore, o suo vice, o se magari è l’uomo scelto dal partito che lo ha candidato, sostenuto e che ne ha condiviso la gestione della città.
Il fantasma di Diego come gli spettri nelle storie per bambini, insomma, funziona sempre. Oggi pomeriggio, però, il fantasma ha preso corpo. Battendo un colpo, come nella migliore storia di spiriti. Con una nota che sa di divertito sberleffo a chi si affanna per raccoglierne il testimone. “Vorrei precisare a beneficio dei cittadini che dovranno scegliere il prossimo sindaco di Palermo che ci sarà certamente discontinuità tra la mia amministrazione e quella che verrà”, principia la nota firmata dall’ex sindaco.
Che prosegue: “Non si affannino i candidati ad affermarlo – sottolinea Cammarata – non ho nessuna remora a dirlo io per primo. Non intendo, naturalmente, esprimere giudizi personali sui singoli candidati, ma da quello che ho sentito e visto in queste prime settimane di campagna elettorale, sono tutte persone che offrono particolari garanzie al riguardo. Non ho esitazione ad affermare che io sono, comunque, profondamente diverso da ciascuno di loro”.
E qui, l’ex sindaco passa in rassegna gli sfidanti, svuotando le scarpe di una montagna di sassolini: “Aricò è notoriamente una persona molto intelligente ed io lo sono mediamente – scrive Cammrata -, con la Caronia c’era una evidente incompatibilità, con Ferrandelli, poi, non c’é proprio alcuna affinità e non mi riferisco alla sola appartenenza politica né tanto meno alla vicenda delle primarie e delle schede elettorali perché, al contrario di quanto avrebbe fatto lui e la sua parte politica, io credo che sia necessario aspettare l’esito delle indagini per capire se è o non è un imbroglione. Quanto a Costa – conclude Cammarata -, nonostante io abbia provato a risolvere i problemi che di volta in volta mi si sono presentati e ad allontanare dalla città peccati e peccatori, bisogna riconoscere che in città ci sono ancora gli uni e gli altri e nonostante di problemi ne abbia risolto tanti, alcuni gravi problemi persistono. E poi, onestamente, non sono né un filosofo né un problem solver, ma soprattutto non sono stato presidente del Coni”.
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14 Marzo 2012, 17:55