Campanella: “Non potevamo | far vincere Schifani”

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16 Marzo 2013, 21:27

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ROMA – “Mi sono espresso con i miei colleghi in modo forte sul fatto che non avrei voluto Schifani presidente del Senato e mi sarei comportato di conseguenza”. Il senatore del Movimento cinque stelle Francesco Campanella commenta a caldo l’elezione di Piero Grasso alla presidenza del Senato. E fa riferimento al dibattito interno al suo gruppo parlamentare, che ha dato il nulla osta alla libertà di voto nel ballottaggio fra Grasso e Schifani.

“Il dibattito c’è stato – dice a Live Sicilia -, e in questo dibattito mi sono espresso in modo forte per dire che Schifani e Grasso non sono la stessa cosa”. Il senatore palermitano va giù duro con l’esponente del Pdl. “Era improponibile il nome di Schifani, il suo comportamento è stato nel complesso, in questi anni, impresentabile. Ad esprimersi su questa linea non sono stati i soli senatori siciliani, piuttosto quelli che conoscevano meglio determinate cose”.

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L’ex capolista del Movimento cinque stelle al Senato conferma come da parte di uno zoccolo duro dei grillini ci sia stato un impegno forte per garantire la libertà di voto. E che quindi il consenso grillino sia stato decisivo per permettere a Pietro Grasso di diventare nuovo presidente del Senato. Campanella riferisce anche le parole espresse dai senatori siciliani a cinque stelle ai colleghi: “Con che faccia torniamo in Sicilia?”, è stata la domanda rivolta al gruppo parlamentare. E non è una coincidenza il fatto che un altro grillino, ovvero l’avvocato Mario Michele Giarrusso, sia stato al fianco di Antonino Caponnetto all’inizio della sua esperienza nel pool antimafia. Lo stesso Caponnetto con cui ha collaborato anche Piero Grasso, che lo ha anche citato nel suo discorso di insediamento. Fra l’altro Giarrusso è il referente regionale della Fondazione Caponnetto, presieduta oggi dalla vedova del magistrato morto a Firenze nel 2002.

Se Campanella fa intendere di aver appoggiato il neo-presidente del Senato, d’altro lato però non gli risparmia una frecciata. “Ha luci ed ombre, ma la distanza con Schifani è segnata dai difetti di quest’ultimo”. Lo stesso grillino invece getta acqua sul fuoco sulle possibili fratture dentro il Movimento cinque stelle: “Non c’è stata nessuna spappolatura del gruppo – precisa -. Abbiamo discusso, ma nella riunione che abbiamo fatto dopo la votazione siamo tornati uniti esattamente come prima”. Nessun allarme, almeno per il momento. Fatto sta che i senatori a cinque stelle hanno votato in modo diverso fra loro, pur innanzi alla “libertà di voto” decisa collegialmente.

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16 Marzo 2013, 21:27

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