24 Gennaio 2015, 10:28
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PALERMO – Ginocchia sbucciate, primi amori tra gli spalti, partite nate da una scommessa o dalla semplice voglia di trascorrere qualche ora lontani dalla solita routine. Si viveva così, già dal lontano 1982, anno dell’apertura, ai campetti Opian, allo Zen. E’ questa la loro storia vera, quella raccontata dai residenti che da un giorno all’altro hanno visto sgretolare, come un muro di sabbia, il forziere dei loro ricordi.
Già, perchè “se sei cresciuto nel quartiere, almeno una volta lì dentro hai giocato”, ricordano in tanti. Forse sarebbe proprio il caso di iniziare a parlarne con il classico e fiabesco “c’era una volta”, perchè oggi non c’è più. O meglio, la struttura esiste ma degradata. Gli stessi spogliatoi, ormai, non hanno neppure il tetto. Non esistono più le porte, anche se il loro ricordo è affidato alle tracce dei telai che ne decorano i muri sventrati. Per non parlare poi dei campetti di calcio.
Qui delle “traverse” che hanno ospitato i ragazzini, ormai adulti, durante le giornate estive o invernali, per le feste o le “partitelle” organizzate dallo storico sacerdote del quartire, Don Gallizzi, oggi restano soltanto i solchi disegnati dagli pneumatici delle auto. Una vera e propria discarica a cielo aperto tra vetro, materiali plastici e circa 1000 chili di eternit. “Da anni cerco di ripristinare i campetti, ma non è facile – dichiara il consigliere della settima circoscrizione, Gianni Dragana – Per fortuna, finalmente, sono riuscito nell’impresa di far rimuovere tutto l’eternit, di cui lo Iacp ne ha finanziato la bonifica, effettuata da una ditta di Monreale. Il mio sogno adesso è quello di affidarli a due associazioni, Rinascita dello Zen e Uniti per lo Zen, così come si faceva già un tempo”.
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24 Gennaio 2015, 10:28