16 Marzo 2023, 08:36
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CAMPOBELLO DI MAZARA – Il latitante era parecchio generoso. Per un regalo di cresima scelse un Rolex. E ora un pizzino, ma non solo, smentisce le parole della coppia arrestata con l’accusa di essersi messa a disposizione del boss.
Il 23 gennaio scorso, sette giorni dopo dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri, marito e moglie arrestati oggi dai carabinieri del Ros, si sono presentati spontaneamente in caserma per riferire di conoscere il capomafia di Castelvetrano.
Gli era stato presentato dal geometra Andrea Bonafede, l’uomo che ha fornito la falsa identità al padrino di Castelvetrano nell’estate del 2018. Aveva detto di chiamarsi Francesco Salsi e di essere un medico in pensione. Da allora aveva frequentato occasionalmente la loro casa.
I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno in mano dei pizzini che li smentirebbero. Nel 2017 o in epoca antecedente, Messina Denaro è stato il padrino di cresima del figlio della coppia, a cui aveva regalato i soldi per comprare un Rolex Oyster Perpetual da 6.300 euro, acquistato alla gioielleria Matranga di Palermo.
I coniugi vengono smentiti anche dalle immagini della telecamera di un negozio in via Mare, la strada della loro abitazione. Nei dieci giorni precedenti all’arresto il capomafia è andato ogni giorno a casa Bonafede per pranzare, cenare e incontrare altre persone.
Non si presentava a mani vuote, ma con dei pacchetti e vari generi alimentari trasportati con la sua Alfa Romeo Giulietta che la coppia a verbale aveva detto di non avere visto.
Ogni volta che andava via l’uomo e la donna controllavano accuratamente che non ci fossero occhi indiscreti lungo la strada. Si tratteneva a lungo nella loro casa. Nel telefonino sequestrato al latitante il giorno dell’arresto c’è una foto che lo immortala seduto sul divano mentre sorseggia un bicchiere di liquore. Il salotto è quello dell’abitazione di Bonafede e Lanceri.
Più delicato sarebbe stato il ruolo di Lorena Ninfa Lanceri. Con il nome in codice “Diletta” avrebbe fatto da tramite per la consegna di pizzini ad una donna in contatto con il latitante. Si tratta di Laura Bonafede, figlia di Leonardo, storico capo della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, cugina di Andrea ed Emanuele Bonafede con la quale il latitante ha intrattenuto un intenso rapporto epistolare.
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16 Marzo 2023, 08:36