08 Novembre 2021, 16:29
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CATANIA – Investimenti nelle infrastrutture, cenni ai moderati, gioco delle alleanze, progetti che nascono dal compromesso con altre forze politiche: è vero che con il treno si arriva dappertutto. Così, il giorno in cui si inaugura il primo servizio Frecciabianca in Sicilia nella stazione di Catania centrale, è possibile assistere all’incontro di diverse traiettorie politiche, tutte riunite per celebrare l’arrivo della modernità ferroviaria in Sicilia sotto forma di servizio di prima classe e vagone bar. Un gruppo parecchio eterogeneo per storia personale e cultura politica, quello formato dal sottosegretario ai trasporti del Movimento cinque stelle Giancarlo Cancelleri, dall’assessore alle infrastrutture e ai trasporti Marco Falcone di Forza Italia e dal sindaco di Catania e membro di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese, con la compagnia fuori quota politica dell’amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia Luigi Corradi, ma che è concorde nel vedere nella “cura del ferro”, come la chiamano più volte nel corso dell’inaugurazione, uno dei modi in cui la Sicilia entrerà nel nuovo secolo o riuscirà a lasciarsi alle spalle il precedente. Dietro queste grandi prospettive, ciascuno ha un occhio molto più concretamente puntato sui prossimi appuntamenti elettorali, soprattutto sul treno delle elezioni regionali che avverranno tra un anno.
Sul piazzale del binario uno il treno Frecciabianca, vernice fresca e sedili che ancora odorano di nuovo, è pronto ad accogliere i viaggiatori che tra una settimana lo utilizzeranno per andare a Messina e Palermo. L’orario dei treni già riporta il nuovo convoglio, una corsa da Catania per Palermo centrale in partenza alle 16:15 di pomeriggio, arrivo alle 19:30 dopo due tappe a Enna e Caltanissetta. Non sembra un grande guadagno di tempo, rispetto alle tre ore e dieci minuti dei regionali veloci attualmente in servizio sulla stessa tratta. Ma Giancarlo Cancelleri, che entra in stazione accompagnato dal segretario regionale Pd Anthony Barbagallo, non vuole sentire parlare di un’operazione di marketing: “Con questo treno, finora mai circolato sulla rete Siciliana – dice il sottosegretario ai trasporti – sarà possibile raggiungere Roma da Catania in sette ore, e non in dieci come adesso. Questo sarà possibile grazie allla coordinazione con i traghetti veloci Blue Ferries a Messina e con i Frecciargento a Villa San Giovanni, grazie a cui sarà anche possibile avere un biglietto unico su tutta la tratta”.
In più, il vantaggio portato dal treno Frecciabianca sarebbe quello di aggiungere un servizio che finora non era previsto su tutta la rete siciliana: “Ci saranno i vagoni bar e le poltrone di prima classe – dice ancora Cancelleri – tutte cose a cui hanno diritto anche i viaggiatori siciliani”.
Seguono, sul piccolo palchetto rosso montato per l’inaugurazione, le dichiarazioni di Salvo Pogliese e di Marco Falcone. Molto breve il sindaco di Catania, “Un’iniziativa importante ma non risolutiva, devo dirlo, ma che permette sulla tratta Catania-Roma un risparmio di tre ore. Questo risparmio non ci sarà in Sicilia per problemi di infrastrutture, ma ci sono già 8 miliardi di investimento, come ha promesso Cancelleri”. Più preciso e tecnico l’assessore ai trasporti, che parla di “un servizio che migliora ancora, quello delle ferrovie è un tema del governo Musumeci che è in sinergia con il governo nazionale. Ora siamo soddisfatti ma vogliamo di più, materiale rotabile e ore treno, con l’obiettivo dell’alta velocità e dell’alta capacità”.
Tutti temi su cui Cancelleri è in sintonia, annunciando l’arrivo dei “mini Frecciarossa” in Sicilia nel 2024 e l’arrivo dei treni fino alla stazione di Trapani, quando tutta la rete sarà elettrificata. In più, il sottosegretario ha in programma “interventi sulle intermodalità, soldi per collegamenti metropolitani e mobilità sostenibile, tutti obiettivi che puntiamo a raggiungere remando tutti dalla stessa parte. Abbiamo stanziato dei fondi nel Pnrr proprio per questo”.
Che sulle ferrovie, in Sicilia, ci sia grande concordanza magari non è una novità, ma lo è il modo in cui questa armonia si realizza. Capita, quindi, che dopo le dichiarazioni ufficiali proprio Cancelleri, Falcone, Pogliese e Corradi si rifugino dentro una carrozza del Frecciabianca a parlare di treni, lanciandosi idee e insistendo sulla crescita della rete, con Falcone che chiede più materiale rotabile e più ore treno all’amministratore delegato di Trenitalia, e con Cancelleri che si inserisce chiedendo se la rete riuscirà, in queste condizioni, ad assorbire un maggiore traffico.
Ma capita anche che, finita la parte ufficiale dell’incontro, Cancelleri faccia delle considerazioni precise sullo stato delle ferrovie in Sicilia e dica che i Frecciarossa, quelli che circolano normalmente al nord, sono treni che non si possono smontare come quelli che passano sullo Stretto di Messina, e dunque si pone una questione: “Chi vuole i Frecciarossa in Sicilia – dice – dovrebbe chiarire qual è la sua posizione sull’attraversamento stabile dello Stretto”. Non è un’apertura al ponte, su cui il governo Musumeci si è pronunciato più volte a favore, ma non è neanche una chiusura totale. Così come sembra esserci concordanza tra l’azione del governo nazionale e quello regionale, impegnato a portare in Sicilia 25 nuovi treni Pop e a chiedere a RFI l’elettrificazione di tutta la rete siciliana.
Fioccano le date, nei discorsi: il prossimo agosto per la consegna di tutti i treni Pop, il 2024 per i primi treni con servizio Frecciarossa sulla rete siciliana, e si capisce che questo, l’anno che ci separa dalle elezioni regionali, sarà quello in cui la cura del ferro sarà usata anche in chiave elettorale. Sui treni ha sempre viaggiato la politica e non si vede perché non dovrebbe andare così anche questa volta. Proprio sul treno Frecciabianca Cancelleri fa le sue considerazioni sulle regionali: “Candidarmi a governatore? Lo deciderà il tavolo degli alleati. Io non mi autocandido perché non l’ho mai fatto e non mi interessa farlo. Spero in una rappresentanza valida e in una squadra che risulti vincente. Siccome il centro si sta staccando – continua Cancelleri – e l’area moderata ha bisogno di essere rappresentata, con qualcuno certamente parleremo. Ci sono altri con cui non parleremo per ovvie ragioni, però metteremo in piedi un progetto che sarà molto valido”.
Che le rotaie dei treni uniscano luoghi una volta distanti, magari compiendo il miracolo di fare incontrare delle rette parallele, è possibile anche nel mondo della politica. L’unico “no” netto Cancelleri lo pronuncia quando gli vengono fatti i nomi di Totò Cuffaro e di Saverio Romano: “Non possiamo andare a scomodare vecchi arnesi della politica siciliana che già hanno fatto il loro tempo e che certamente, in alcuni casi, sono davvero improponibili come alleati. Abbiamo già rifiutato la proposta di Cateno De Luca, che voleva essere appoggiato come candidato governatore – continua – A lui ho detto che si tratta di una candidatura sincera e legittima, ma per noi è un no. Questo discorso vale anche per altri. Non c’è una strada che – aggiunge ancora – ci può ricongiungere a Forza Italia o Gianfranco Micciché o a Totò Cuffaro. Abbiamo un dna completamente diverso e bisogna fare scelte coraggiose. Ma non possiamo guardare alcune forze, perché sono troppo poco spendibili e non sono assimilabili al nostro perimetro”.
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