18 Luglio 2022, 18:04
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Prende il via in Sicilia un “Trial controllato sull’efficacia dello screening del cancro al pancreas” presso l’ospedale Arnas Civico di Palermo.
Il trial messo a punto dal team della Medicina interna 1, diretta da Alberto Maringhini, in collaborazione con l’Ordine dei medici provinciale guidato dal presidente Toti Amato, consigliere nazionale della Fnomceo, si basa sull’assunto che la diagnosi tardiva è la principale causa del numero di decessi.
Gli studi e i dati
Il cancro del pancreas è la terza causa di morte nei Paesi occidentali, diventerà la seconda nel 2030. L’elevato indice di mortalità (il 95% a 5 anni dalla malattia) è legato ad una diagnosi e sintomi tardivi, ad un accertamento della malattia insoddisfacente e all’inefficacia della terapia. Nel 10% dei casi, il tumore è associato a malattie genetiche e a familiarità.
Alcune studi internazionali hanno dimostrato che è possibile fare una diagnosi precoce di una popolazione a rischio, utilizzando lo screening come metodo e la risonanza magnetica nucleare (Rmn) come migliore strumento sul piano costi-benefici. Ma solo la certezza dell’efficacia ne giustificherebbe una pratica clinica estesa a tutta la popolazione.
Il progetto in Sicilia
Il progetto di indagine è stato presentato in conferenza stampa stamattina al Civico da Maringhini e Amato, alla presenza del direttore sanitario Salvatore Requirez.
“Lo studio – ha spiegato il direttore Maranghini – nasce da due premesse: aumento della mortalità per cancro al pancreas e la necessità di salvare vite, selezionando in Sicilia i soggetti più a rischio di lesioni precancerose e tumori solidi localizzati per valutare benefici, rischi e costi dello screening e della sorveglianza. L’obiettivo è migliorare la sopravvivenza di un paziente o salvargli la vita”.
Come funziona il Trial
Omceo (Ordine dei medici provinciale) di Palermo si occuperà “di individuare su tutto il territorio regionale, grazie al supporto di tutti gli altri ordini provinciali, chi presenta lesioni sospette secondo gli indicatori di ricerca stabiliti dai coordinatori dello studio (Alberto Maringhini, Anna Riili e Margherita Rossi), cioè la storia familiare di tumore pancreatico, la presenza di alcune specifiche mutazioni germinali o di sindromi genetiche ereditarie. I soggetti che rientrano in queste categorie saranno inseriti nel programma diagnostico previsto dalla linee guida internazionali dedicate e verranno segnalati al team della Medicina 1, dove inizieranno un percorso di cura e sorveglianza.” Dichiara in conferenza Amato.
Una volta censiti, ha continuato Maringhini spiegando il percorso “i pazienti saranno randomizzati, ovvero divisi in due gruppi per sorteggio e visitati. Un gruppo sarà sottoposto ogni anno, per 2 anni, a Rmn e ColangioRmn, l’altro farà solo un esame ecografico dell’addome. Sulla base del numero di carcinomi scoperti e la percentuale di sopravvivenza dei soggetti del primo gruppo, rispetto al secondo, si deciderà se proseguire l’osservazione per altri 3 anni”.
Chi e quanti sono i soggetti ammissibili al trial
I soggetti ammessi al trial saranno 100, sono soggetti che hanno avuto in famiglia almeno due casi di tumore al pancreas; pazienti affetti dalla sindrome di Peutz-Jeghers o dalla sindrome di Lynch; portatori di mutazione Jolie (tumori familiari della mammella, dell’ovaio e del pancreas). E ancora, soggetti con sindrome familiare da mole-melanoma atipici multipli, pazienti affetti da Atassia-teleangectasia, o da pancreatite ereditaria.
L’interesse dei media
Si è parlato tanto di cancro al pancreas nelle cronache italiane, perché ha colpito il rapper Fedez. Quanto è importante la condivisione da parte di personaggi noti al pubblico per la ricerca? “Riteniamo che la testimonianza di personaggi pubblici favorisca la diffusione dell’informazione e aumenti l’interesse per l’adesione allo studio”
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18 Luglio 2022, 18:04