15 Novembre 2012, 18:09
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“Dire che il Rottweiler sia una cane aggressivo è una banalità, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Di razza in razza esistono delle predisposizioni naturali, o meglio delle “motivazioni” caratteriali, che distinguono l’una dalle altre”. In merito alla drammatica vicenda del bambino di otto anni aggredito a Terrasini dal cane del suo papà, a dare la propria opinione è Massimo Di Martino, studioso del comportamento animale, che mette l’accento sulla necessità di ripercorrere, attimo per attimo, i movimenti con i quali il piccolo si sia avvicinato al cane. “E’ fondamentale capire se, innocentemente, sia entrato in contatto col rottweiler che stava riposando o addirittura dormendo. Se escludiamo l’ipotesi che il cane stesse mangiando, potrebbe essere stata la predisposizione alla difesa del territorio ad emergere in modo così eclatante e drammatico.
Una reazione abnorme, tipica purtroppo dei rottweiler – precisa – che sin dalla nascita hanno spiccate doti predatorie, difensive, competitive e possessive. La chiave per arrivare ad una perfetta convivenza con l’uomo – aggiunge Di Martino – è quella di educarli sin da cuccioli, in modo da non incororaggiare le pecularietà caratteriali che sconfinano nell’aggressività. Questa è una regola che vale per tutti i cani. Non c’è una razza più aggressiva delle altre, ma bisogna essere perfettamente a conoscenza delle potenzialità di un cane, prima di adottarlo. Non sappiamo quanto il papà del bambino si fosse informato, prima di dare un tetto a quel trovatello, ma è certo che è necessaria una pre-formazione che anticipi l’arrivo in casa di un animale, specie se ci sono dei bambini.
Alla base dell’evento, infatti, c’è la presenza del piccolo, che stando ai fatti si sarebbe improvvisamente allontanato, rimanendo da solo col rottweiler. Mai lasciare da solo un bambino con un cane, mai. E questo vale con tutte le razze. Il cane può infatti interpretare male qualunque gesto innocente del bimbo se ne è infastidito. Oppure, può reagire allontanandosi per una, due volte, per poi reagire come l’istinto gli dice di agire: con un morso, ovvero la reazione innata di ogni cane. D’altro canto, il bambino non si rende conto che “cavalcare” un cane, disturbarlo mentre dorme o toccare il suo cibo nella ciotola può essere pericoloso, se un adulto non spiega chiaramente i rischi.
Il rottweiler che ha azzannato il bambino si trova attualmente al canile municipale di Carini, ma quale sarà il suo destino? Dopo i dieci giorni di osservazione veterinaria, non si conoscono le sue sorti e un percorso “riabilitativo” sembra essere lontano, a meno che non sia il padrone stesso a chiederlo. “Le Asp – secondo la normativa prevista in caso di cani morsicatori – dovrebbero obbligare alla riabilitazione dell’animale, ma mancano i fondi, quindi il percorso viene bruscamente interrotto ancor prima di iniziare. Nel caso specifico, bisognerà aspettare le disposizioni giudiziarie delle prossime settimane. Esistono comunque delle associazioni – conclude l’esperto – che si dedicano in modo specifico a una razza rispetto ad un’altra, si chiamano “rescue center”. Quella potrebbe essere una possibilità di reinserimento del cane.
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15 Novembre 2012, 18:09