02 Dicembre 2012, 18:38
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CATANIA – “All’Ikea piovono polpette avvelenate”. Un remake del famoso film d’animazione è lo slogan coniato da un volontario della Lav che oggi ha partecipato, insieme ad oltre 500 persone, alla protesta pacifica organizzata per condannare l’avvelenemanto dei quattro cani avvenuto, lo scorso 22 novembre, nel parcheggio dello store catanese. Una storia che ha indignato non solo le associazioni animaliste, ma anche i cittadini, che hanno potuto guardare con i loro occhi l’agonia patita dagli animali attraverso il video shock caricato su youtube e pubblicato su LiveSiciliaCatania, anche nella versione integrale.
Un raduno, quello di oggi, a cui hanno partecipato in tantissimi a partire dai volontari delle associazioni animaliste: L’Altra Zampa Onlus, SOS Randagi, Lida Catania, NORA Sicilia, LAV Catania, Pan , Anta, Oipa Catania, Le Aristogatte, Amici degli Animali, Croce Blu, Soccorso Animali, Lega Nazionale per la Difesa del cane Catania. Ma c’erano presenti anche semplici cittadini, amanti dei cani e degli animali che hanno voluto gridare la loro indignazione davanti a questo deplorevele gesto. Sono partiti da ogni parte della provincia etnea e dell’isola, alcuni hanno portato i loro amici a quattro zampe e si sono uniti al coro di disgusto.
Nessun insulto, soprattutto nessun dito puntato contro Ikea. Gli organizzatori chiariscono che mai ci sono state accuse nei confronti della multinazionale svedese, e quella di oggi non è una protesta contro i dirigenti del negozio di arredamento, ma un modo per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica al rispetto degli animali.
Rumoreggiano i manifestanti che sperano in una veloce identificazione dei colpevoli affinchè paghino per quanto hanno fatto. La magistratura, che ha in mano i video del sistema di video sorveglianza consegnati da Ikea, sta analizzando le riprese e potrebbe arrivare presto a capire da quali mani sia arrivato il cibo avvelenato. “E se quel cibo lo ingeriiva uno dei nostri bambini?” L’interrogativo è urlato al megafono mentre il corteo sfila tra le strade del parcheggio antistante il grande magazzino dell’arredamento.
Da questa protesta, però, si vuole andare oltre i fatti denunciati. Si vuole avviare un’inversione di tendenza che deve partire dall’applicazione della legge.
Angelica Petrina, responsabile dell’Associazione Lega Anti Vivisezione di Catania lancia un appello dalle pagine di LiveSiciliaCatania: “I fatti di Ikea dimostrano che c’è un sistema che non funziona. Chiediamo al Comune, alla Provincia, all’Asp e alla Regione di fare il proprio dovere. La nostra associazione da anni porta avanti la campagna della lotta al randagismo attraverso la sterilizzazione, ma in un totale di 58 comuni della provincia ci sono solo 2 ambulatori per la sterilizzazione. I comuni devono capire che siamo davanti ad un emergenza e che si devono attivare fondi e professionalità necessarie perchè se no fatti come questi continueranno a ripetersi. Chiediamo alla Regione di formare immediatamente un tavolo tecnico con le associazioni per iniziare a lavorare in maniera seria e concreta”.
Sulla vicenda dei cani avvelenati, poi, ci sono novità ed indiscrezioni. Quegli animali, infatti, potevano essere salvati. Angelica racconta che all’Asp mancavano i medicinali: “I volontari che hanno soccorso i cani e li hanno trasportati all’Asp veterinaria di Via Padre Angelo Secchi a Catania ci hanno informato che l’ambulatorio era sfornito, non del tutto ma in buona parte, di atropina, tanto che i volontari sono andati in farmacia ad acquistarla. Questo è un fatto impensabile – denuncia – e non è la prima volta che accade. Molte volte non si possono fare interventi di primo soccorso o perchè mancano i farmaci o perchè mancano le attrezzature necessarie. Sono lacune che devono essere colmate. Ed infine – afferma la responsabile Lav – i sindaci devono rendere pubblica l’anagrafe canina e devono garantire una corretta informazione in merito alla normativa vigente”.
Presente anche Santo Fascetto, consigliere della Prima Municipalità, zona dove il problema del randagismo è molto presente. “Noi da molti anni chiediamo interventi all’amministrazione comunale – afferma – ma i nostri appelli sono rimasti inascoltati. Ora stiamo lavorando insieme ad alcune associazioni per riuscire a creare un rifugio per cani nel quartiere, un progetto che speriamo di portare a termine”.
Ai margini della protesta molti bambini, con le loro famiglie, nel piccolo parco allestito giocano con alcuni cani. Una fotografia di una domenica mattina, forse un’immagine simile a quella che non è piaciuta, lo scorso 22 novembre, a coloro che hanno preparato i bocconcini con il diserbante. Per i manifestanti quelle persone hanno un solo nome: “Assasini”.
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02 Dicembre 2012, 18:38