20 Febbraio 2018, 18:17
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SCIACCA (AGRIGENTO) – Da cittadina di periferia a centro della vergogna nazionale in meno di tre giorni. Ovvero da quando, venerdì scorso, a Sciacca sono stati ritrovati 25 cani avvelenati in un terreno alla periferia della città. Sui social network si è scatenata una corsa all’odio che ha coinvolto persone di tutta Italia, unite sotto il segno dell’hashtag #sciaccapaesedellavergogna per condannare Sciacca e i suoi cittadini. E tra un’accusa di barbarie e un insulto, c’è anche chi minaccia di morte il sindaco Francesca Valenti o invita al boicottaggio del Giro d’Italia, che dovrebbe passare proprio dalla cittadina nell’agrigentino il prossimo nove di maggio.
Il bersaglio principale dell’indignazione nazionale è il sindaco, con accuse che vanno dalla negligenza a quella di aperta complicità con chi ha fatto la strage di venerdì scorso. Valenti viene insultata dagli arrabbiati dei social e invitata a dimettersi con le parole “Dimettiti, lurida m…”. L’accusa più frequente è quella di non avere fatto abbastanza per sterilizzare i cani randagi presenti sul territorio e di non averli accolti in un rifugio comunale che, però, al momento non è presente a Sciacca: “Siete responsabili, i primi responsabili – dice Micaela V. in un commento sulla pagina ufficiale del Comune di Sciacca – dal momento che i cani di nessuno sono i cani del sindaco e non avete fatto niente per non farli nascere e non farli morire!”. Fino alle minacce, apparse lunedì, in cui a Valenti veniva promesso “Piangerai lacrime di sangue” e ci si augurava che i figli del sindaco facessero la stessa fine dei cani avvelenati.
Ci sono anche i teorici del complotto, ovvero chi, dietro l’uccisione degli animali, vede un piano pilotato dall’amministrazione e dalla cittadinanza per ripulire le strade in vista del passaggio del Giro d’Italia, il prossimo nove maggio. “Non si tratta di un gesto di un folle – scrive una utente Twitter – ma è un piano preciso e voluto per ripulire le strade in vista del passaggio del Giro”. E sulla pagina ufficiale Facebook della manifestazione sono centinaia i messaggi che chiedono la cancellazione della tappa siciliana: “Non è possibile pensare ad un Giro d’Italia con una tappa dove sono state uccise anime innocenti – dice Gennaro L. – credo che per rispetto, perché sono anime di Dio, non dovreste passare da lì”. “Abolite la tappa a Sciacca il 9 maggio e a Caltanissetta il 10,- scrive Chiara M., un’altra utente – per rispetto delle anime che sono state avvelenate e di quelle che saranno uccise prima del vostro passaggio”.
Ma c’è anche chi preferisce prendersela con i cittadini di Sciacca, accusati di essere “la vergogna dell’umanità” e “il quarto mondo”. Anche in questo caso l’invito è al boicottaggio dell’economia della città: “È un peccato – scrive Laura R. su Twitter – ma magari colpire questa gente e il loro orgoglio siculo proprio dove fa più male (ovvero: il denaro) potrà servire a cambiare le cose”. Altri invitano a “cancellare Sciacca e Agrigento dalle mappe turistiche e mentali”, e fanno volare i numeri: per alcuni i cani uccisi sono 30, per altri 45, per altri ancora 70, fino ad arrivare a 145 animali morti in pochi giorni. Tutta colpa, per Laura N., di un “sud che ha mostrato la sua faccia retrograda”, e di “trogloditi da età della pietra” e assassini, secondo un altro messaggio apparso sul profilo del Comune. Un’altra utente, su Twitter, si lascia andare a sconsolate conclusioni: “Sarò stupida, ma confesso che ieri ho guardato Montalbano con un’altra ottica. Il dialetto siciliano mi è sembrato diverso…”. L’odio social si è staccato dal mondo reale, e va avanti per conto suo.
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20 Febbraio 2018, 18:17